Adesso mi faccio la doccia e finalmente esco nel sole con la bici, destinazioni e compagni vari e variabili.
Al calar del sole lavorerò e recupererò il malefico sonno arretrato.
Perché ieri sera sono uscita, ho fatto tardi e mi sono un po', non tanto, sbronzata. E quando mi sbronzo non riesco a dormire, quindi sono sveglia dalle 10. E da allora, oltre a lavorare e chiacchierare, ho soprattutto osservato le sbronze altrui, leggendoci dentro le mie.
Perché mi piace sbronzarmi? Che cosa cerco nella sbronza? Perché sono triste il giorno dopo, tralasciando l'evidente sconquasso chimico che l'alcool crea nel corpo?
Nonostante la frase letta da qualche parte "Alcohol is bad. Thoughts are worst" sia vera, non credo che cerchiamo l'oblio. Non solo.
Io non più, ma ho usato per un po' l'alcool come anestetico. A volte cerco il divertimento, ma ha poco senso, perché mi so divertire benissimo senza alcool. A volte la disinibizione, per ballare più libera o provarci meglio o sentirmi banalmente più a mio agio. Ma per mesi l'anno scorso ho scelto di non sbronzarmi, e devo ammettere che non ero inibita per niente.
Che cosa cerco quindi?
Secondo me ora forse cerco il fondo della mia anima. No, non il fondo, direi i bassifondi.
Le zone cupe, poco sviluppate, la parte vituperata e vituperabile di me. Ma anche di chi mi sta attorno e del luogo in cui si sta consumando la sbornia.
Forse in realtà tutti cerchiamo sempre quello, per capire fin dove possiamo arrivare, per poter liberare qualcosa di noi che ci imbarazza o impaurisce o non osiamo osservare senza il filtro dell'alcool. Per poter guardare in faccia i nostri mostri, e magari incazzarci un po' con loro, e poi tornare fintamente ammansiti. Ed è per questo che il giorno dopo siamo tristi, perché abbiamo constatato che siamo ancora lì, fermi, con le nostre dinamiche ricorrenti a cui vorremmo sfuggire grazie all'alcool, e che invece incontriamo proprio grazie all'alcool. Ma non riusciamo a disinnescarle.
Perché l'alcool al massimo è un mirino, ma non è l'arma con cui diventeremo migliori.
Io sono diventata migliore grazie al mirino alcolico? Forse sì, anzi sicuramente sì. Nei momenti di sbronza epica ho fatto cose attraverso cui ho visto con millimetrica precisione me stessa, rivelata al massimo grado, con una crudeltà devastante e contemporaneamente un'innocenza quasi insopportabile. E ho visto le miserie degli altri e del mondo. Ma la vera arma, appunto, non era l'alcool, era ed è il parallelo lavoro per aumentare e precisare la consapevolezza. Senza quella, avrei solo fatto cazzate di cui pentirmi o avrei pianto inutili lacrime da sbronza triste o avrei maledetto l'insipienza degli esseri umani e la totale vacuità dell'esistenza. Ho visto anche tutto questo, ma mi sembra di essere andata oltre.
Ieri in questo postaccio in cui non so bene perché sono andata (era la mia seconda uscita seria da due mesi a questa parte, forse per questo, e speravo di ballare buona musica) c'era, tra gli altri esemplari della specie umana, una quarantenne con il top con le stringhe laterali che ballava a cavalcioni di un tipo, e due miei amici erano molesti e pure invadenti e pure con le gambe cedevoli. Ma nonostante tutto ciò ero serena e in pace con il mondo. E stamattina quando V. mi ha detto ripetutamente che ieri sera ho fatto una cosa di cui non mi ricordo per niente (e secondo me non l'ho fatta, ma gli credo, anche se non dovrei perché era tutto storto) è stata abbastanza tranquilla la mia reazione.
In conclusione, non affermo certo di essere arrivata al fondo della mia anima e averla rassettata interamente, ma le grandi pulizie sono certamente state fatte. Forse posso smettere di sbronzarmi. E soprattutto posso darmi una mossa, e uscire nel sole, freddo ma meglio di niente.
2 commenti:
L'alcool è fatto per accompagnare lo stato di euforia, di ebbrezza, non per condurlo. È normale che se tu smetti di bere non diventi più inibita...
Io però quando bevo tanto, il giorno dopo (se l'alcool era buono) non sono triste, anzi, mi fa piacere aver avuto un'esperienza di ebbrezza la notte prima, sento una stanchezza, una malinconia, che però è bella, dolce, viva.
(P.S. ...E non hai mai provato l'esperienza di fare training a teatro quando hai bevuto...io l'ho fatto solo una volta, è stato un viaggio...)
una volta ho fatto training in uno stato di high da tetraidroecc, è stato geniale!
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