Albert Camus
Una capoeira.
La vita interiore mia, la vita dell'amore che vuole durare e non morire di troppa bontà o troppo cinismo, è una capoeira.
Una danza di schiavi, che si preparano, a ritmo di musica, a lottare per la loro libertà.
Forza e leggerezza. Ritmo e precisione. Gesti che sembrano solo aggraziati, che devono essere aggraziati, ma sotto l'apparenza di pura bellezza parlano di auto-dominio, di determinazione, di ansia fame desiderio di libertà, di sogni più grandi, di conflitti che, gestiti, fanno avanzare la vita.
Come i capoeiristi, come il samurai, come il guerriero di tutte le tradizioni mistiche: mantenersi forti, pronti a lotta, con il corpo vigile e la mente lucida, e decidere di astenersi, di portare la guerra ad altri livelli. Interni, superiori e solo in casi estremi, e quando si è pronti, portarlo all'esterno. Una volta individuati con precisione i nemici.
Potremmo essere come un leone domato, che si è domato da sè.
Perché sa che la sua forza gli serve tutta intera, ma potrebbe anche fregarlo. E allora impara a gestirla.
E insomma, credo che Atena, la saggia dea guerriera, sia ancora con me.
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