C'è un momento, andando da Milano a RdL lungo la Rivoltana, in cui il paesaggio diventa casa.
Oltre le periferie, i capannoni, i centri commerciali e senza più i cartelloni pubblicitari abusivi a ingombrare lo sguardo, riconosco la distesa di pianura tagliata dai fossati e recintata da alberi. Odore di letame, e a volte le montagne verso nord. Distributori e qualche scritta padana sui ruderi delle cascine. Stoppie d'inverno e granoturco d'estate.
E io so dove sto andando, e posso cantare lady Gaga o Vinicio Capossela o Paolo Nutini e guidare comunque, verso un posto che se non esistesse non saprei come fare, ma se ci stessi mi stritolerebbe.
E questa cosa me la devo ricordare, che stare troppo nelle cose che ci ricordano casa è pericoloso, ma senza, senza non è la stessa cosa. E ci posso girare intorno, e fingere che non mi piaccia, e andare via, ma quella sensazione mi riporterà lì. Per poi andarmene di nuovo.
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