...che a sua volta mi fa arrivare in ritardo alla seduta di meditazione per farmi arrabbiare, allora davvero la strada da fare è ancora lunga. E soprattutto è ancora troppo avvolta su se stessa. Mi trovo spesso agli stessi punti, ed e' ancora meno comprensibile che lo faccia, perché ora mi accorgo perfettamente di dove sono e so che potrei essere non lì ma altrove. Ma qualcosa mi riporta lì, allo stesso cul de sac.
Secondo me a riportarmi indietro sono le cattive abitudini, comode ma stupide àncore per ri-conoscere me stessa. E per cattive intendo ormai svuotate di senso, anche se l'hanno avuto.
Per esempio questo blog: scrivere pubblicamente e quasi quotidianamente cosa facevo pensavo vivevo e' stata una scossa fortissima e necessaria per sconfiggere la vergogna che provavo per me stessa, l'incapacità di accettare le mie peculiarità, la loro bellezza e il loro peso. Mi ha stimolato a esplorare parti nuove di me e del monde e a cercare forme per raccontarle, possibilmente accattivanti benché spontanee. Ora mi sono annoiata, non mi da più niente.
Quindi come tutte le cose divertenti anche questa deve mutare o finire (che poi la fine e' solo un mutamento che noi stupidi esseri limitati percepiamo come più radicale degli altri).
Scriverò qui (e altrove proverò a parlare) solo se avrò qualcosa di serio e pensato e atteso e accolto e pieno da dire. Finora ho balbettato come i bambini, tappa necessaria per imparare a parlare. Ma visto che ormai so parlare, da adesso parlerò. Se avrò qualcosa da dire. Potrei non averne. Ma almeno smetto di tornare al rassicurante quanto inutile balbettio come forma di espressione di me.
Che per dirla elegante, non è che tutte le scoregge mentali meritino verbalizzazione. Sono inevitabili, e divertenti a tratti, ma a voi posso pure nasconderle. Questa era l'ultima che vi ho inflitto, parola di lupetto.
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