Stasera la vita mi ricorda una cosa strana: uno di quei palloni giganti, con l'elastico per scuoterlo e dentro un sonaglino, di quelli che vendono alle fiere di paese.
Di quelli che quando ne hai uno in mano non puoi fare a meno di colpirlo continuamente, avanti e indietro. Almeno, io non posso farne a meno, giungendo ai limiti dell'autismo.
E invece ora mentre scrivo cresce la voglia di smettere di farla sobbalzare, la vita, e poi immagino di farla esplodere. Ed infine di raccogliere il sonaglio, e mettermelo in tasca. Che basta camminare per sentire di essere viva.
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