Due ore di fotografia desaturata, di bravi attori sebbene sempre con la stessa faccia e di un bel gusto per l'inquadratura.
Due ore "de guarddie", di fasci vecchi e nuovi e nuovissimi, di fratelli, di croci celtiche, di birre che non ho capito che marca sono, di immigrati scuretti ma bravi oppure bianchi ma stronzi. Di cose confuse come nella vita, che al cinema però rendono poco. Di attrazione per la violenza, ma con un tentativo poco convinto di segnare il confine che la violenza non può oltrepassare. Un tentativo che sa di toppa, messa giusto per non far infuriare (troppo) le polemiche.
Due ore di Romanzo Criminale ma con il casco, lo scudo e il manganello forniti nel nome del popolo italiano.
Due ore chiuse da una scena cui mi vorrebbero far credere che sia giustizia che chi ha picchiato dei manifestanti pacifici che dormivano alla Diaz a Genova ora le prenda da un manipolo di ultras fascisti in piazza Diaz a Roma.
Non me la bevo. No.
Eppure mi viene pena. Per i celerini, e per noi che pensiamo di averne bisogno per la nostra sicurezza.
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