Ad un certo punto sei così attratto dall'arancia che la sbucci. Timoroso il primo colpo, poi via via con maggior foga. Degli schizzi partono dalla buccia, dritti negli occhi a farli lacrimare. Prosegui. Una volta sbucciata scopri che è ricoperta di lanugine bianca, ed è composta di spicchi. Dividi gli spicchi, togli i filamenti bianchi. E infine mangi uno spicchio dopo l'altro. Ed è buona. Succosa, dolce il giusto e fa venire quasi i brividi.
Ma quando hai finito di mangiarla, non c'è più. Restano degli insapori filamenti bianchi, e la buccia che a poco a poco si accartoccia. La puoi bruciare nel camino perché sprigioni la sua ultima essenza, o farne dei canditi per un dolce. That's all. Se acabò. Rien ne va plus.
E il mistero dell'arancia, perché ti attraesse così tanto, perché fosse così importante lei, quella speciale arancia, e perché fosse felice di essere amata, non lo saprai comunque. Non lo saprai mai.
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