Il modo migliore per essere infelici è spendere il tempo a chiedersi se si è felici o no.Stamattina mi sono svegliata dopo pochissime ore di sonno perché Alessandro imprecava per aver perso il treno a causa della sbornia al Plastic. Io ho valutato per 3 secondi il mio mal di testa e ho capito che la giornata se ne sarebbe andata a quel paese, e ho maledetto il momento in cui ho deciso di andare con lui, che ho altre mille cose da fare e della fiesta mi importa sempre meno e alla fine c'era pure della musica brutta, ed ero sudata fradicia e con vestito zeppe e borsa tutte sporche della solita schifezza che trasuda dal Plastic, anche quello nuovo.
Congedato Alessandro, ho riprovato a dormire, senza successo. E allora ho pulito casa. E ho capito delle cose. Eccole.
Mia mamma fin da piccola insisteva affinché tenessi le mie cose ordinate. Forse lo faceva nel modo sbagliato, o forse io ero rebel without a cause già dai 3 anni, ma non ho mai seguito gli inviti, che a seconda dell'umore erano caldi, pressanti, rabbiosi, rassegnati, imploranti.
Mentre lei raggiunge vette di perfezione (chiedete alle mie amiche cosa pensano della casa al mare, dove negli armadi tutto è insacchettato singolarmente e impilato con cura) io mollo le cose dove capitano, accumulo inutilità, arrotolo nei cassetti, lascio depositare polvere per settimane.
Ma sbaglio. Perché prendersi cura delle proprie cose è segno di rispetto per sé. E da questa cura nasce spontanea, senza sforzo, la cura per le cose altrui, e da questa a sua volta la cura per gli altri, prima quelli che amiamo, poi gli sconosciuti, poi il mondo intero. Ecco, forse mia mamma non ha saputo mostrarmi questo processo, così che riordinare ed avere cura mi parevano pratiche borghesi da eseguire al fine di essere belli e giusti agli occhi altrui. E forse davvero per lei è un po' così, ma pazienza, mica è colpa sua.
Anzi, in qualche forma mia mamma mi ha fatto scoprire che bellezza, gentilezza, amorevolezza stanno anche in una casa pulita o in un cassetto ordinato. E sapete cosa vi dico? Che alla serata al Plastic di ieri preferisco le pulizie di questa mattina.
Ma mi ci voleva la lieve malinconia post-sbronza-da-Plastic per farmelo capire.
Quindi alla fine ho pure capito, di nuovo, che gli errori non esistono e che non bisogna lamentarsi mai, nemmeno di una sbronza non voluta e di una serata che ti annoia. E ora, per favore, datemi un Moment.
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