giovedì 25 dicembre 2014

Pensierini di Natale 2014

Sono andata troppo più veloce del mio cuore. Ora rallento, e mi faccio raggiungere

Non sono cattolica, anzi. Però mi hanno consegnato la tradizione di festeggiare il compleanno del figlio di un falegname palestinese, uno che aveva carisma, e soprattutto aveva capito delle cose. Potremmo dire che fosse un illuminato. E anche un rivoluzionario. Uno che vedeva oltre le cose che si vedono. E allora, anche se non sono (più) cattolica e non sono cristiana, anzi, i seguaci del figlio del falegname mi piacciono generalmente poco: buon Natale. Buon momento in cui ci riconosciamo umani, in cui vediamo oltre le cose (anche se spesso c'è ne lasciamo sommergere). Buon Natale di tradizioni vecchie ma non stantie, di cose nuove che potrebbero diventare nuove tradizioni.
Buon Natale in cui sappiamo i essere profughi migranti e stranieri e transitori e transeunti tutti. Buon Natale di crisi che spesso è ancora abbondanza.
Buon natale a tutti, tranne a chi usa gli uomini come fossero cose, e le cose come fossero uomini. Eccetto la "famigghia", ovviamente.  O forse, buon Natale proprio a voi, Che lo spirito del Natale vi tormenti.

Spero che i poveri non mi facciano dormire. Spero che gli uomini e le donne non mi facciano dormire.

Libertà non da cosa, ma in che cosa. Trovarmi il mio spazio. Respirarlo. Farlo trovare agli altri.

Ho accumulato, preso, costruito la tana. Ma non voglio essere l'avara formica. É tempo di ridare.

Ai miei nipoti. Perché siano così felici e pieni da saper riempire il mondo, e non solo arraffarlo. Ai miei nipoti, perché facciano tutto per amore e libertà, e non per obbligo e  senso di  colpa. A me, perché sia uguale a loro.


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