venerdì 29 aprile 2011

L'inutilità rende liberi

Per andare a prendere la metro, e chiudersi poi in un ufficio pieno di radiazioni e di colleghi vestiti male.
Per dimagrire, come la gente di RdL in loop sulle Cerchie per prepararsi alla prova costume.
Per recuperare la macchina, parcheggiata a 2 km da casa causa lavaggio strade.
Per mantenersi giovani, come le nonne nei tardi pomeriggi estivi.
Per scappare, ad esempio chi abbandona un bar dopo un litigio.
Per ritrovarsi, percorrendo la banchina dal vagone fino all'inizio del binario dove qualcuno aspetta annoiato.
Per risparmiare, che la benzina costa.
Per ritornare, che la nostalgia è troppo forte.
Per partire, quando la noia è insopportabile.

Ma se non ci fossero scopi, aspettative, obiettivi, camminare sarebbe la cosa più bella del mondo.


domenica 24 aprile 2011

Riscrivere la storia

- Zia Misa, ma stai ancora con Davide?
Il vocione squillante di Lorenzo zittisce la tavolata di parenti riuniti a festeggiare la Santa Pasqua e l'entrata nella Chiesa Cattolica di Daniele, fratello minore del sunnominato Lorenzo. I piatti, vuoti dopo il risotto asparagi&pancetta, diventano gli oggetti più interessanti del mondo. I bicchieri si fermano a metà strada.  Capisco che dagli altri tavoli ci guardano per capire se va tutto bene.
- Perché sai, mi piacerebbe avere Davide come zio.
- Purtroppo no, amore della zia. Perché io e Davide ci amiamo, ma lui non ne vuole proprio sapere di averti come nipote. Ti detesta. E mi ha lasciata per colpa tua, capito?
Sorrido ai vicini. Riempio il bicchiere. Il pranzo riprende.

martedì 19 aprile 2011

April is the cruellest month

La donna del mangime è arrivata. E' l'alba in piazza Madonna degli Aldobrandini. La cupola di San Lorenzo è al solito posto, l'edicola pure, le ombre cadono dove devono cadere.
Un piccione dice ad un altro piccione, in mezzo ad un nugolo di piccioni
- Lo sai che mi assomigli?
- ...
- L'altro giorno, dopo il temporale, beccavo un pezzo di pizza abbandonata da un turista americano, sai loro si assomigliano tutti, ho capito subito che era americano. E ho visto il mio riflesso in una pozzanghera. Mi assomigli.
- ...
-  Davvero, solo tu hai una macchia un po' più scura qui, guarda
- ...
- E hai le zampe più piccole delle mie. Io sono più saldo quando cerco di farmi largo tra te e gli altri. E guarda che anche lui mi assomiglia. Ha gli occhi più infossati, ma sembriamo fratelli.
- ...
- E lui invece è rossiccio, non c'entriamo nulla. Infatti non mi è mai piaciuto. Porta sfiga, secondo me.
- ...
- Ma tu, tu sei uguale a me. Vorrei conoscerti meglio. Essere tuo amico.
- ...
- Dove vai?
- ...
La donna del mangime se ne è andata. I chicchi di mais sono finiti. I piccioni sono sui fili del telefono.

mercoledì 13 aprile 2011

Libero nome in libera realtà.

L'aggregato di lettere "FINI" è superpolisemico: significa conclusioni, oppure sottili, ma anche scopi, e addirittura può riferirsi all'attuale presidente della camera dei deputati
Le fini di Fini per fini fini. 
Questa frase ha un senso compiuto. Per afferrarlo servono intuito, esperienza, forse un po' di fantasia, ma nemmeno troppa, considerando il misero destino politico del Gianfranco.
Quindi l'aver sempre pensato che dare i nomi alle cose significa liberare la loro essenza mi pare una minchiata. Significa invece incastrarla quest'essenza, come il pezzo di mela che mi si è appena infilato tra due incisivi.