sabato 16 maggio 2020

Corpi pandemici



Il corpo dell’altro diventa il nemico, il pericolo.
Il corpo mi tradisce svelandosi mortale.
Il corpo che può far morire chi amo.
I corpi dei lavoratori  che ingombrano e intralciano l’accumulo di denaro.
I corpi dei bambini come veicoli di infezione.
I corpi degli insegnanti inutili, sostituiti da indicazioni smaterializzate.
Il corpo delle donne oberato e ostinato.
Il corpo della natura che si riprende spazi.
I corpi in macchina, non più di due.
Il corpo va controllato, allontanato, avvisato con i braccialetti, contenuto: ma non testato e guarito.
Il corpo che si ammala è mia responsabilità.
Il corpo da guarire é la ricchezza per qualcun altro.
Il corpo dei magazzinieri di Amazon.
Il corpo dei commercianti dietro le saracinesche chiuse.
Il corpo di Jeff Bezos nel deposito di Paperone.
Il corpo dei migranti tra la frutta che marcisce.
Il corpo di Silvia Romano.
Il corpo smaterlializzato ed indagato.
Il corpo che si nutre.

Ricordo e rivoglio
Il corpo che balla in mezzo a corpi sconosciuti
Il corpo che abbraccia
Il corpo che lavora incontra scopre
Il corpo che si celebra con i vestiti della festa
Il corpo che scontra e reincontra
I corpi nel buio del teatro, in attesa
Il corpo veicolo dell’anima
Il corpo caldo nel sole e nel mare

Il corpo smaterializzato, evaporato, rimosso, ostracizzato, negato, ostacolato, velato, confinato, riprodotto, anelato, evitato ed evitante.
Il corpo alienato dal lavoro e dall’anima. Niente resta reale.
Il corpo ostaggio.
Il corpo a cui non rinuncio.


domenica 5 aprile 2020

Il mostro dei colori

Un professore che veniva sempre a fare supplenza nella mia classe quando ero al liceo, ogni volta che entrava ci chiedeva di dirgli come stavamo.
Noi rispondevamo sempre e solo “Bene”.
E lui insisteva che dovevamo usare le parole giuste per definire stati d’animo ed emozioni.
E io giuro che non capivo. Non solo io, tutte, anzi tutti, avevo anche un solo compagno di classe quindi la grammatica italiana prevede un (ingiusto) maschile.
Ad ogni modo. Pensavamo tutti che fosse uno strambo.
E invece, quanto aveva ragione. E sono passati anni, e percorsi e terapie e meditazioni. Ed infine l’ho capito: l’importanza delle parole giuste per ogni emozione.
Per poi separarle e metterle nei barattoli come fa Il mostro dei colori che tanto piace a Fatima.
Di qui la tristezza.
Di là il senso di colpa.
Impotenza.
Rammarico.
Risentimento.
Nostalgia. Che è diversa dalla malinconia.
Scoraggiamento.
Accettazione.
Rimprovero.
Desiderio di vendetta.
Pentimento.
Perdono.
Risolutezza.
Testardaggine.
Coraggio.
Incoscienza.
Pavidità.
Panico.
Rancore.
Delicatezza
Rabbia, che poi se la guardi negli occhi ti svela solo che è un grande dolore a cui non hai mai dato spazio.


venerdì 20 marzo 2020

Le più cupe previsioni

Mollo Pollyanna e vesto i panni di Cassandra. Ho bisogno di farlo, per accettare quella parte di me che rinchiudo, che mi fa tremare ogni volta che Fatima sospira "Voglio andare al nido di Nicoletta", che mi fa pensare i pensieri cupi che poi scaccio via e poi roteano e si comprimono come una palla da bowling sullo sterno. Ma so che non resisterò e ci metterò dell'ironia.

  • Moriremo tutti. Resteranno solo gli under 20 che ricostruiranno un mondo da soli. Be', questa non è così tragica. O forse sì, visto che saranno degli under 20 con la PTSD che cureranno con cocktail di droghe sintetiche prese a caso o maratone di Peppa Pig mangiando le Haribo. 
  • Moriranno tutte le persone over 65 che conosco. I miei genitori, i genitori dei miei amici, i nonni negli ospizi, i miei vicini di casa, la stramba che incontro sempre in piazza Durante, un'intera generazione che cade in poco tempo sepolta nelle fosse comuni. Come in una guerra, ma al contrario, muoiono solo i vecchi. Anche qui, con una certa dose di cinismo, ci sarebbero da considerare aspetti positivi tipo per l'INPS o anche per noi (es.levarsi dalle palle molti politici), ma, di nuovo, si traumatizzerebbero i bambini che restano senza nonni. E poi ecco, sono Cassandra, non Boris Johnson. 
  • Moriranno in molti, ma nel frattempo la vita di tutti gli altri si cristallizza in questo tempo sospeso in cui cerchiamo di darci un contegno leggendo o facendo yoga online o che cerchiamo di normalizzare cantando dai balconi ma in cui in realtà siamo come cazzo di topi nelle teche di laboratorio. E questa lontananza diventa la normalità, per sempre. Per sempre distanti, solo videochiamate, solo bambini che giocano a nascondino da piccoli schermi rettangolari, solo didattica a distanza, solo telelavoro, solo telesaluti e aperichat. Ci dimentichiamo la vita di prima e pian piano ci lasciamo cadere in questo simulacro di vita, pigri e grassocci come gli umani sull'astronave di Wall-e. La natura fuori rinasce ma noi non ci ricordiamo più che possiamo andarci, il virus smorza la sua pericolosità ma ormai ci piace o meglio non ci dispiace stare così, lontani ma televicini. I nuovi proletari saranno quelli obbligati ad uscire di casa. Sempre più professioni si trasferiranno dentro le case, finché anche le sedute del parlamento le faranno in pigiama sotto e cravatta sopra.  
  • Vivremo per sempre così. Pietrificati nella vita che avevamo la notte tra il 9 e il 10 marzo 2020, giorno 0 dell'anno 0. Nessun cambiamento di vita possibile. No cambi di lavoro, no passaggi di scuola, no feste di compleanno, no matrimoni, no funerali, no divorzi, no trasferimenti, no nuovi tagli di capelli freschi di parrucchiere (a meno che tu viva con un/una parrucchiere/a), no nuovi amori, no feste di laurea. Fermi tutti. Le belle statuine. 
  • Le misure antivirus non funzioneranno. Non si troveranno cure e nemmeno vaccini (anzi sì, ma i no-vax duri, puri e armati lo distruggeranno). L'intera popolazione mondiale si ammalerà in poco tempo. Gli ospedali verranno presi d'assalto da commandos armati che permetteranno solo ai ricchi e agli ex ospiti del Grande Fratello e X-factor di farsi curare. 
  • Il personale medico alzerà bandiera bianca. Per sfinimento, per malattia, per crollo psico-fisico. Entrerà in sciopero bianco, resteranno seduti in mezzo al delirio. Inerti e impotenti. Ci cureremo come potremo, con preghiere meditazioni bacche tisane integratori e lacrime.
  • Stiamo preparando il terreno per una bellissima e/ancorché inquietantissima puntata collettiva di Black Mirror in cui controllano la temperatura, gli spostamenti, i contatti ravvicinati. In cui amare è vietato perché rischioso. In cui ci tolgono il cuore lasciandolo al loro posto e si passa dalla reificazione di cui parlava Marx alla nullificazione totale. Ruolo centrale dato ai delatori del balcone, quelli che in questi giorni fotografano, inveiscono, urlano, si indignano e si sentono sempre migliori. (io capisco che la situazione è dura, ma se urli ad ogni tizio che piscia il cane ti ammali prima, cara vicina. Lo stress abbassa le difese immunitarie, anche le mie, (nonostante prenda ovviamente gli integratori adatti) perché se esco sul terrazzo per lavorare perché dentro urlano due minorenni in età prescolare e trovo te, mi collassano le sinapsi).
  • I paesi "civili" si faranno la guerra (economica ma anche reale) per appropriarsi dei dispositivi di protezione, dei tamponi, dei respiratori, dei medicinali sotto le luci dei giornalisti di Sky, i paesi poveri come sempre seppelliranno i loro morti in silenzio e al buio. 
  • L'hanno creato in laboratorio. Questa è terribile. Non riesco ad accettarla non solo perché mi auto-classifico come complottara paranoide - categoria che derido nelle sue forme tipo terrapiattismo-, ma soprattutto perché rivelerebbe il male umano in tutto il suo dannato roboante orrore. Come l'11 settembre. La mia mente razionale e il mio cuore emotivo sanno la verità, ma fatico ad aderirvi. Troppo. Già ho accettato i campi di concentramento nazisti, le bombe in Siria, i barconi affondati nel Mediterraneo, la strage dei Royhinga. Che il Nuovo Coronavirus sia arma di guerra batteriologica è un pensiero faticosissimo. Preferisco pensare la zuppa di pipistrelli e serpenti. Ma sono Cassandra e almeno per un attimo lo devo fare.
  • Usciamo da questa quarantena (ad ora sine die, perché non sarà il tre aprile) spossati, incattiviti, con le nostre mancanze caratteriali acuite, pieni di rancore per i nostri prossimi più vicini e pieni di paranoia verso gli altri. Ricominciamo a spendere soldi che non abbiamo per comprare cose ed esperienze che inquinano, ancor più di prima, sempre di più. Per riempire, tamponare, curare malamente la ferita che tutti avremo ma che non sapremo elaborare. Nessuna delle belle parole lette in rete sul cambiamento epocale verso la versione migliore di noi stessi si realizzerà. Saremo solo ancora più stronzi.



martedì 10 marzo 2020