martedì 31 gennaio 2012

Del perché non credo in un unico io ver. 2.0

Quasi un anno fa, scrivevo questo post.
Nel frattempo mi sono accorta che la gente mi chiama in un sacco di altri modi: Mari, Mary pronunciato all'inglese, Meriliss, Marilù, Marili', Misa Misina, Misi. Domani al corso di teatro dovrò interpretare una certa Valentina, e poi altri nomi arriveranno.
Eppure ho sempre più la consapevolezza di essere io in un modo in cui non lo sono mai stata prima. Un io prima e dentro e oltre gli io. Una cosa senza nome, che li racchiude tutti e li trascende. E ne genera di nuovi e inaspettati. E si amplia e si espande e diventa un io che, pur rimanendo vuoto, contiene dei tu, e anche degli altri e il mare e le piante e il copriletto rosa del mio letto e forse conterrà prima o poi l'universo intero.
E temo solo che quando accadrà questo blog diventerà noiosissimo, ma questo lo pensa quella stronza di Lisa.

lunedì 30 gennaio 2012

Un bel tacer non fu mai scritto ovvero della retta parola

Sia invece il vostro parlare sì, se è sì; no, se è no; il di più viene dal maligno
Mt 5, 37 
Passi una vita a dire dei no e dei sì a caso, agli eventi, alle scelte, al capo, alla mamma, al papà, agli amici, ai vestiti, all'alcool, alla droga, alla meditazione, all'amore, al colore dei capelli, alla casa in cui abiti, al film da vedere, alla musica da ascoltare, al lavoro che fai, alle mostre che vedi, ai locali in cui vai e tutto quello che fai.
Ti sembra di dirli davvero, sei certa che siano dei sì convinti e dei no recisi. Invece biascichi un sì o un no, subendolo, mentre rosichi, oppure frigni, oppure biasimi. Perché intanto ti giustifichi, con gli altri e quindi con te stessa, dei motivi del tuo sì e del tuo no.
Poi un giorno dici sì oppure no senza condizioni, come se tutta te stessa stesse dicendo quel sì o quel no. Ti arriva sulla bocca dolcemente, senza scalciare o recalcitrare e lo dici alla realtà così com'è, e a te così come sei, e agli altri così come sono. Senza rimproveri, senza giustificazioni. E sei sorpresa della pace che porta. E' pieno, quel sì o quel no, e non ha bisogno d'altro, al massimo di parole altrettanto quiete che aiutino qualcuno a capirlo se ce n'è bisogno.
E da allora questa totalità che senti diventa un imperativo categorico: ogni sì o no lo vorresti così, e quando i tuoi sì e i tuoi no diventano un groviglio simile a un ma, capisci che devi fermarti. E aspettare che sorga il sì o il no di cui hai bisogno.

venerdì 27 gennaio 2012

Il mio blog ha compiuto un anno

E' soltanto quando non rimane più niente da raccontare che si arriva vicini a essere se stessi. Soltanto quando i fatti da narrare si sono esauriti, quando si sente nell'intimo un silenzio profondo perché libri, reminiscenze, storie e la stessa memoria si sono spenti. Soltanto allora si può sentire la propria voce.

Orhan Pamuk


giovedì 26 gennaio 2012

Effetto San Matteo

Volevo cercare il versetto del Vangelo che dice "a chi da sarà dato". Perché é così, se un essere da qualcosa in maniera gratuita e disinteressata, senza aspettarsi niente, senza mettere nel dare alcuna richiesta nascosta, avrà molto, dagli altri e dalla vita.
E cercando il versetto ho scoperto che in sociologia esiste l'effetto San Matteo. Ciò chi più ha più avrà. E mi agito, perché Matteo e'un nome che mi segue, o forse mi perseguita. Sono nata nel giorno a lui dedicato, il 21 settembre, sono stata fidanzata con due Matteo di fila, e con un terzo in incognito, che si fa chiamare Davide. E mi sono sempre chiesta il perché di questa ricorrenza nella mia vita. E l'ipotesi che valuterò nei prossimi giorni e' che devo imparare a dare di più. Dimenticare scopi e richieste, e dare quello che ho e possibilmente anche quello che non ho.Non temere niente, lasciare fluire tutto. Che quella che sembra un'ingiustizia e' una legge ineluttabile dell'universo. E combatterla e' solo uno spreco di energie.

martedì 24 gennaio 2012

Cosa fai nella vita?

Cerco me stessa, e' l'unica risposta verosimile in questo periodo. Ma speriamo per sempre.

domenica 22 gennaio 2012

Il mondo come caso e volontà, un post scritto male eppur perfetto.

Volevo scrivere sul blog, ma non mi interessava niente di quello che mi veniva in mente. Forse perché sto meditando poco, o forse perché ho sonno, o forse per colpa della televisione (che non ho, ma va sempre citata tra le cause di cose spiacevoli, in televisione lo fanno sempre).
Poi ho visto questo video.


E le parole che avevo scritto come ennesimo inizio di un post che non si sarebbe chiuso (ossia "Ho come la sensazione di aver detto tutto") sono diventate stupide. Perché nella vita ci sono forza, energia, colore, cambiamento, bellezza, coraggio, rabbia, ribellione, musica, sorrisi, corpi, voli e gesti. Devo solo allungare la mano e prendere ciò che voglio. Devo lasciare che il mondo allunghi la mano e prenda da me ciò che vuole. Devo uscire nel mondo. Devo entrare nel mondo e viceversa.
E continuare a fare il gioco della felicità, come faceva Pollyanna nel cartone di Bim Bum Bam. Ed ecco che la televisione, che sembrava messa a cazzo prima, trova una sua logica. Perché tout se tient.

giovedì 19 gennaio 2012

Mannaggia, eppure grazie, a chi ha fatto in modo che stasera leggessi Salinas

El alma tenias 
tan clara y abierta,
que yo nunca pude
entrarme en tu alma.

Busqué los atajos angustos,
los pasos altos y difficiles...
A tu alma se iba
por caminos anches.

Preparé alta escala
- sonaba altos muros
guardàndote el alma-,
pero el alma tuya
estaba sin guarda
de tapíal ni cerca.

Te busqué la porta
estrecha del alma,
pero no teneba,
de franca que era,
entradas tu alma.

En dónde empezaba?
Acàbaba, en dònde ?
Me quedè por siempre
sentado en las vagas lindes de tu alma.

mercoledì 18 gennaio 2012

sabato 14 gennaio 2012

In che cosa credo/5

Credo che non so chi sono, ma e' perfetto così. Solo così sono, senza ulteriori specifiche. Sono, punto. Sono io e siete voi, liberi. Siamo liberi.

giovedì 12 gennaio 2012

Un passo dopo l'altro, a volte tutti insieme.

Nulla. Buio. Esistere. Imparare. Attaccarsi. Farci. Esserci. Farsi. Conoscere. Disimparare. Intuizione. Distacco. Consapevolezza. Scelta. Fare. Dare. Darsi. Essere.


mercoledì 11 gennaio 2012

Post scritto dal mio lato oscuro, mentre sorrido di lui.

Ok, le modelle sono fighissime. Alcune di loro sarebbero sexi vestite di pattume, nemmeno con i sacchi del pattume.
Ma a consolazione delle donne normali, e in culo agli uomini che credono nella donna perfetta (in particolare a quelli che mi hanno fatto notare i difetti miei e del mio culo, ben conoscendo la mia ansia di perfezione) le modelle hanno cellulite, smagliature, peli incarniti, unghie che si sfaldano, doppie punte, brufoletti e varie normalità.
Spalmato su un metro e ottanta di leve lunghe, ma li hanno. E adesso che lo so sto meglio.

lunedì 9 gennaio 2012

Cose che ho capito solo da single e che in caso di nuova relazione sarebbe meglio ricordare/9

Forse avrei dovuto scriverlo come post n°10 della serie, come giusto compimento di un ideale decalogo. Ma ho voglia di scriverlo ora, quindi questo sarà un ennalogo.
Solo da single ho capito che essere single è bello. La sensazione di non dover compiacere nessuno, di sperimentarmi, di consolarmi, di provocarmi, di scoprirmi, di perdermi, di fare quello che mi va come e quando mi va, e se non mi va niente, di non rompere i coglioni a nessuno perché mi intrattenga. Wow. So fare tutto questo da sola. E chi l'avrebbe mai detto?
E quindi ho capito che dovrei restare in qualche modo single anche se fossi in coppia. E prima o poi, forse, lo sarò.

domenica 8 gennaio 2012

Ribadisco

Il premestruo e' l'origine del male. Il post precedente era solo un rigurgito dell'ego, male a questo punto non assoluto, ma condizionato dai livelli ormonali.

venerdì 6 gennaio 2012

Befana pensaci tu, riempimi la calza di banalità!

Ridatemi la banalità. Adesso. La voglio. Ora. Voglio pensieri piccoli, e desideri senza dio, senza gli altri, senza verità, senza pensieri dei pensieri sui pensieri, solo pensieri pieni di loro stessi fino a scoppiare, belli tondi come un palloncino appena comprato. Non voglio il vuoto buddista, non voglio la complessità della ricerca, voglio tanto, tante cose, voglio toccare, essere certa, voglio, subito, tutto, troppo. Per non vedere più niente, non sentire più niente. Non intravedere altre possibilità. Voglio una realtà tracimante, superflua, che non mi lasci spazi.
Per favore. Adesso. Ora.

mercoledì 4 gennaio 2012

To live is so startling it leaves little time for anything else or a product placement

Oggi pomeriggio avevo cominciato a scrivere un post sull'etimologia di desiderio (che secondo me sta a metà tra una cosa che ha a che fare con le stelle e il verbo latino da cui deriva la parola "deserto")
Poi ho ripreso a fare i test sui verbi latini e sono diventata bravissima.
Poi ho cenato con Alberto e Francesco (tra parentesi, ed è veramente tra parentesi, Alberto mi ha fatto uno squillo dalla cucina per dirmi che aveva cucinato anche per me, e io ho capito e sono andata di là).
Poi mi ha chiamato Stefano con il suo cellulare crucco per dirmi se uscivo, e che mi richiama alle 11:30 ma io sarò a letto con l'Aspirina e gli voglio bene lo stesso anche se è un mese che gli dico di dirmi quando ci saremmo visti nella sua rimpatriata italiana (e, sappiatelo, dice che si accorge di essere in Italia per l'odore di cadavere che manda, l'Italia, non lui, e ha ragione).
Poi ho riletto il messaggio che ho mandato a Davide ieri sera, e poi ho scritto a Silvia su Facebook.
Poi ho detto tra me una frase in iraniano che mi ha insegnato Kaveh, che ho conosciuto all'ultimo.
Poi ho pensato a Vladimir Luxuria, e a Todi che è una bellezza e a Kibra che è nata a Rovigo.
Poi ho pensato agli os del porsel, e quindi ad Alessandro e a mio papà, alla mia famiglia, alla Lega, a Vito e a Carmelina, e a un sacco di altre cose insieme, che ancora il pensiero non lo controllo bene.
Poi ho ascoltato un poco i Franz Ferdinand, che in realtà ascolto ancora mentre scrivo, e mi sa che batto i tasti a ritmo senza nemmeno accorgermene.
Poi mi sono ricordata che avevo letto con poco interesse il messaggio che mi manda ogni giorno un'App dell'Iphone, che poi vi dico qual è. E la citazione che trovate è questa del titolo, di Emily Dickinson.
Ed è fantastico, perché la mia vita startles me, in modi che non avrei mai pensato possibili.
E anche se a Davide voglio un bene che non riesco a sciogliere, e anche se ancora non tutti i mesi arrivo a fine mese, e anche se vado da Rolando, e anche se ancora non sono certa di chi sono e di cosa voglio essere e di che cosa so fare, anche se non faccio miracoli come Gesù Cristo, anche se non partorisco figli da vergine come la Madonna e nemmeno da non vergine, anche se sono piuttosto banale tutto sommato, la mia vita mi sorprende, mi sbigottisce quasi. Ed è bellissimo.
E non ho nemmeno fumato, che non fumo da mesi, e sono sobria dall'ultimo.
Forse bastava comprarsi l'Iphone per scoprirlo, e installare Transform your life.

martedì 3 gennaio 2012

Est quaedam flere voluptas

Amor in latino significa amore, come sostantivo della terza declinazione imparisillabo.
Ma è uguale alla prima persona singolare del presente indicativo di forma passiva: io sono amato.
Così.
E a dispetto del titolo, ex Ovidio, non piango, benché ne abbia voglia. Cur? Nescio.

lunedì 2 gennaio 2012

Apparenti contraddizioni per la mia mente Vergine

Il posto dove vado è il posto da cui provengo.
Quello che penso è inutile.
Solo se sento di saper fare una cosa la saprò fare.
Senza aspettative accade tutto.
Il caso non è mai per caso. Ma non vuole dire che abbia un senso.
Il senso della vita è trovarle un senso.
L'inutile è più utile dell'utile.
Amare una cosa significa darle la giusta distanza da me perché possa vivere.
La perfezione è la fine, non il fine.
La caduta è l'inizio della risalita, soprattutto se imparo a rimbalzare.
Non si conosce niente, se non da soli. Non si vive niente, se non insieme a qualcuno.
Il futuro non esiste, ma come vivo questo attimo decide delle sorti dell'intero universo.