martedì 21 maggio 2013

Thinking of the key, each confirms a prison - Una separazione

Datta. Dayadhvam. Damyata.
Non possiamo lasciare che nessuno si avvicini,
troppo intenti come ragni a trattenere incoscienti il segreto
screpolato che ognuno porta.
E non sappiamo cosa sia.
E lo vogliamo sapere.
E non sappiamo cosa sia.
E lo vogliamo sapere.
E non sappiamo cosa sia.
E vogliamo che qualcuno prima di noi lo guardi.
E vogliamo che qualcuno per noi ci rassicuri.
E vogliamo che nessuno osi tanto.
Chiudichiudichiudi. Avvolgiavvolgiavvolgi.
E vogliamo qualcuno da odiare al posto nostro.
Attaccaattaccaattacca. Smettismettismetti.
E non lo vogliamo sapere.
Ma non per colpa sua.
E non sappiamo cosa sia.
Colpe non ne esistono. Settanta volte sette.
In un momento di intensa distrazione
concentrati sul nulla - celebrati nel tutto - dispersi nel lutto
scopriamo il segreto.
E sembra follia, ma è solo vento.
Disintegrato il segreto,
minuscola enormità,
dichiariamo la resa. Ora si può
dare tutto. Avere tutto.
Volere nulla. Potere tutto.
Resta la tela, e un ragno morto,
ora cosciente, a cui sorridere.
Shantih shantih shantih.







2 commenti:

Daniele ha detto...

Molto bella!
(L'hai scritta tu?)

misanderstanding ha detto...

Si. Titolo e citazioni iniziale e finale di T.S.Eliot che a sua volta cita da testi indiani. Grazie Daniele. Anzi, arigato