giovedì 5 novembre 2015

Rac-conti

La colpa di ciò che non c'è
è ricordarci che ciò che c'è
è tutto ciò che abbiamo.
Ventiquattro ore, millequattrocentoquaranta minuti, ottanttaseimilaquattrocento
secondi.
Di certo questo.
Di incerto il battito del cuore che salta, perduto nelle pieghe del petto, o
duplicato nell'affanno di un'emozione invadente.
Il volo di uccelli all'alba, sono uno in più del previsto.
Il colore del cielo, un Pantone inatteso.

Contare ciò che c'è
uguale a
non contare su ciò che c'è.
Enumerare volti colpe domini possibilità poteri
mentre il respiro passato è andato.
Perduto. Inavvicinabile. Impensabile.
E nel rimpianto di un respiro soffocare
e morire, è già accaduto a persone distratte.

Ciò che conta raramente si conta.


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