venerdì 12 ottobre 2012

Perché non voglio credere a niente.


"La realtà è quella cosa che, anche se smetti di crederci, non svanisce."
"Lo strumento fondamentale per la manipolazione della realtà è la manipolazione delle parole. Se puoi controllare il significato delle parole, puoi controllare le persone che devono usare le parole."

How To Build A Universe That Doesn't Fall Apart Two Days Later, Philip K. Dick

Stamattina ho letto la prima delle citazioni che leggete qui sopra, poi ho trovato anche l'altra e ho pensato che dalla fantascienza arrivano delle cose pazzesche. Ma soprattutto ho pensato a quante energie spreco e blocco per credere, invece di lasciarle fluire nella realtà.
Convincimenti, ipotesi, opinioni, progetti. Addirittura spesso quando medito sento talmente poco la realtà del mio respiro e ho un tale bisogno di controllare che sto davvero respirando, che finisco per andare in ansia. Allora accetto la mia ansia, e questa svanisce. Ma la cosa stupefacente è che di fronte all'evidenza che respiro, ancora non lo percepisco come un fatto reale.
Ho bisogno di credere. Tutti noi esseri umani abbiamo bisogno di credere. E allora abbiamo inventato gli dei, la religione, la politica e il calcio. Addirittura abbiamo inventato la finanza, e i capovolgimenti mentali necessari per credere alla finanza sono pazzeschi. E in effetti questa tremenda invenzione cambia le nostre vite, quelle che crediamo essere la realtà delle nostre vite. Qualcuno diventa mega ricco, mentre tutti gli altri si impoveriscono e fanno vite miserevoli credendo di essere davvero poveri, o da meno rispetto a chi ha creduto talmente nella finanza da accumulare cose che non gli sopravviveranno. 
I faraoni avevano talmente bisogno di credere di essere faraoni da mettere i loro beni nelle loro tombe, caso mai qualcuno si dimenticasse di chi erano stati.
Ma potremmo fare benissimo a meno di tutto ciò, se ci arrendessimo alla realtà. 



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