martedì 14 ottobre 2014

Ottobre o del mistero

Faccio mille cose e ogni tanto non capisco nemmeno più a che gioco sto giocando, qual è il campo, come si fa punto, se l'importante è vincere o partecipare, se sono ancora in gara.
I giorni sono diversi l'uno dall'altro più per il meteo che per le scoperte che faccio, più per il frigo pieno/vuoto che per le impercettibili gigantesche esultanze della mente che esplora e indaga, più per l'abito che metto che per le parole che regalo e che ricevo.
Sarà il velo grigio di ottobre. Forse sì, e poi del resto, dare la colpa a qualcos'altro va sempre bene, fa sempre bene.
Però poi, un pomeriggio, una piccola rivelazione mi fa fare immaginarie capriole a mezz'aria. Di colpo sono leggera, di colpo piena, di colpo viva.
Capita per caso, o per sforzo, che qualcuno ti racconti i propri segreti. Ciò che più teme, ciò che più desidera, ciò di cui più si vergogna, ciò che più lo logora o ciò che più lo eleva.
E in quell'istante mi è chiaro. L'amore, quel senso di totale presenza comunione affetto reciprocadipendenza destinocomune individualitàsenzaconfini che è la totale mia pienezza, è quando un mistero tale e quale al tuo, ma totalmente diverso, ha il coraggio di dirsi.
Ha il coraggio di indicarti il telo nero che lo avvolge e di dirti: guarda lì, quello sono io. Mi ami ancora? Puoi amarmi nonostante questo?
L'amore è quando il velo nero non fa più paura, è quando non lo vuoi più strappare, è quando lo contempli, è quando anche tu indichi il tuo velo nero e dici: Mi ami ancora? Puoi amarmi nonostante questo?


2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao. Complimenti. I pensieri che scrivi sono interessanti, originali.
Tuttavia, se posso permettermi un consiglio, fossi in te, cercherei di rendere la scrittura più fluida. Meno ridondante. Sono un 'addetto ai lavori': questo non fa di me una persona capace di scrivere meglio di un'altra. Ciò che manca alla quasi totalità di chi scrive, e lo fa proponendo i propri testi a un pubblico, è l'originalità dei contenuti. L'educazione alla trasposizione scritta dei contenuti originali è (quasi) una formalità. Dunque, a mio avviso, pensieri dotati di talento, rari, non possono permettersi di presentarsi con una veste poco adeguata. Il mio punto di vista si traduce in quanto segue:

"Faccio mille cose. Ogni tanto non capisco nemmeno a che gioco sto giocando: qual è il campo? Come si fa punto? L'importante è vincere o partecipare? Sono ancora in gara?
I giorni differiscono tra loro per il meteo, non per le scoperte che faccio; per il frigo pieno/vuoto, non per le impercettibili gigantesche esultanze della mente che esplora, indaga; per l'abito che metto, non per le parole che regalo né per quelle che ricevo.
Sarà il velo grigio di ottobre. Forse. Sì: del resto, dare la colpa a qualcos'altro va sempre bene, fa sempre bene.
Eppure, un pomeriggio, una piccola rivelazione mi fa fare capriole a mezz'aria. Di colpo sono leggera, piena, viva. Di colpo.
Per caso o per sforzo, capita che qualcuno ti racconti i propri segreti. Sono timori, desideri, vergogne, logorii ed elevazioni.
In quell'istante mi è chiaro: l'amore, quel senso di totale presenzacomunioneaffettoreciprocadipendenzadestinocomuneindividualitàsenzaconfini - la mia totale pienezza - riconosce un mistero identico al tuo, eppure completamente diverso. E ha il coraggio di dirsi.
Ha il coraggio di mostrarti il telo nero che lo avvolge e di dirti: "Guardami, questo sono io. Mi ami ancora? Puoi amarmi nonostante questo?"
L'amore è quando il velo nero non fa più paura. Quando non lo vuoi più strappare; quando lo contempli, e anche tu indichi il tuo velo nero e dici:"Mi ami ancora? Puoi amarmi nonostante questo?"".

Scusa se mi sono permesso. L'ho fatto in modo veloce: volendo, si può lavorare molto. La base c'è ed è buona. Non ci conosciamo. Non c'è presunzione. (Inoltre ho toccata solo la punteggiatura. So che agire su questa, può modificare il significato del testo. Non conoscendo i tuoi sentimenti, non desideravo snaturarne l'intensità. Anzi, se possibile, valorizzarla. Tengo molto alle parole. E chi ne ha, può dare loro migliore efficacia attraverso lo studio. L'ignoranza non è una colpa, è solo una condizione. Non sto attribuendoti un aggettivo in modo velato. Non mi permetto! Solo un pensiero).
Ovvio: tu e chiunque altro potreste trovare i miei accorgimenti fuori luogo. Non ne avrei a male. Ciao e grazie.

misanderstanding ha detto...

Caro Anonimo, chissà se riceverai la mia risposta.
Grazie mille per l'ottimo editing che mi hai proposto.
Sono convinta che tu abbia ragione: dovrei dedicare maggiore cura a questi pensieri, così come a molte altre cose che faccio o di cui vorrei occuparmi.
La fretta è sempre cattiva consigliera, e spesso a quella si somma l'urgenza di scrivere, di depositare i pensieri altrove.
Aggiungo però che ciò che mi ha sempre divertito di questo blog è la possibilità di poter scrivere senza pensare troppo.
Scrivere. Punto.
Per il piacere di farlo, per il sollievo di liberarmi dai pensieri che mi affollano i giorni, perché alcune persone addirittura trovano piacere nel leggermi.
Ciò detto, di nuovo grazie. Fatti riconoscere.