mercoledì 22 ottobre 2014

Rimirar misteri

Se pensi alle rose, sei un giardino di rose

Hanno detto: “Da ogni parte c’è la luce di Dio“.
Ma gridano gli uomini tutti: “Dov’è quella luce?“
L’ignaro guarda a ogni parte, a destra, a sinistra; ma dice una Voce:
“Guarda soltanto, senza destra e sinistra!“.

Finora hai tirato male le tue frecce. Ti sei prodigato per lanciare lontano, trascurando ciò che ti era vicino.
Più lontano tiri, più il tesoro ti sfugge!
Credimi, è lo sforzo che ti fa fallire.

Perciò, tira la freccia dolcemente e cerca il tesoro con umiltà. Esso ti è vicino, e non può sfuggirti.

Jalāl al-Dīn Rūmī 


Le cose sono come sono. Non c'è niente da credere. 
Quante volte al giorno me lo ripeto! 
E se invece dovessi solamente rilassarmi, adagiarmi beata nel fatto che ancora non credo che non ci sia niente da credere? Probabilmente spezzerei questo loop che si autoalimenta. E sarei. Sarei. Sarei. Punto. 

Il mio dubbio (che mi fa provare forte, troppo forte, per far sì che le cose siano come credo io, e non come sono)  rende labili i contorni delle cos, che si spezzettano e frangono come le ombre in un piscina d'estate. Che si fanno impalpabili come la calura sull'asfalto in lontananza. Imprecise come il mondo dietro gli occhiali sporchi.

Tanto prezioso è quindi il singolo momento in cui ciò che è si disvela,  si dona, si apre, si arrende, mi fa arrendere e cadere, mi disvela, mi dona, mi apre. 
Così prezioso che non posso raccontarlo. Così abbagliante che per dirlo userò le parole di un altro mistico "Oh quanto è corto il dire e come fioco / al mio concetto! e questo, a quel ch’i’ vidi, / è tanto, che non basta a dicer ’poco’."



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