mercoledì 25 marzo 2015

i sogni di una vita portano male

Ero in coda al supermarcato. E mi stavo per infastidire, perché le signore davanti a me ci stavano mettendo un millennio.
Inaspettatamente però sono uscita dal mio mondo di solo pensiero, e ho ascoltato la conversazione in corso.
Una delle signore era reduce dalla Crociera Costa i cui passeggeri sono stati coinvolti, e alcuni uccisi, nell'attentato a Tunisi.
"Ho avuto paura, però ormai ero lì e non sono tornata a casa in aereo. Brutto eh. Che disgrazia. Però ecco,  poi hanno fatto il lutto. Giusto, eh. Però niente musiche, niente balli. E mare alto. Ah che disgrazia, però è stato brutto per me, ho dovuto prendere la valeriana per dormire".
Ho avuto un moto di raccapriccio: "Ma brutta stronza, e i poveracci morti? Befana di una befana!" Però mi sono accorta che la signora aveva probabilmente sognato una crociera da anni, e che effettivamente era stata una sfiga e che proprio per il suo desiderio fortissimo le era impossibile staccarsi dalla sua versione dei fatti perlomeno parziale.
E poi alla fine siamo un po' tutti così:  il nostro ombelico (ego, desiderio, mio mio mio solo mio) è la cosa più importante di tutti. Ci importa di godere, sempre. e di salvarci la vita, sempre. Anche da pericoli inesistenti.
Però alla fine la vita forse ci salverebbe dalla vita più di noi stessi. Che cazzo voglio dire? Che dovremmo buttarci da una rupe alta, metaforicamente parlando, e lasciarci morire. Io io io smetterebbe di esistere. Saremmo più sereni, e al supermercato ci metteremmo di meno, oppure di più perché parleremmo felici perché invece di divisione ci sarebbe concordia. Non la Costa Concordia, però...


Nessun commento: