martedì 15 settembre 2015

Del piccolo spazio inutile che è la nostra anima.

Chiudi gli occhi. Immagina la  periferia di una città, che ne so, la Barona a Milano, e un piccolo spazio inutile tra due palazzi, o accanto alla ferrovia. Ce l'hai presente? Per me sono gli spazi delle città più belli in assoluto. Amo le periferie per i palazzi, i parchetti, le geometrie, le ombre ma sopratutto per questi luoghi di nessuno.
Ho capito che questi luoghi di nessuno, questi piccoli spazi inutili sono esattamente come la nostra anima, il nostro nucleo, la nostra essenza più profonda.
Stanno lì, racchiusi tra palazzi che hanno una loro dignità (a me piacciono le periferie, ma anche Corso Vercelli non è male, potete anche immaginare ampi palazzi borghesi) e un loro scopo, strade in cui la gente passa e va, parchetti in cui ci si gode il fresco e si va sull'altalena e si vende il fumo, bar e negozi per tutto quello che ci serve o che crediamo che ci serva. E poi c'è un angolo, inutile, troppo piccolo per essere un parco, troppo angusto perché vi si costruisca, chiuso con una sbarra per cui nemmeno ci puoi parcheggiare. E' un posto inutile, ma necessario, lo spazio minimo per respirare, defluire, evitare l'accumulo, mantenere le distanze di legge. Un piccolo spazio inutile.
Ecco, la nostra anima è quel piccolo spazio inutile. Non ce ne facciamo niente. Non ci serve a nulla, non ci rende più famosi, non ci dà prestigio e nemmeno soldi o conoscenza. E' il posto in cui possiamo muoverci liberamente, senza aver nulla da dimostrare, in cui possiamo stare fermi in attesa di risposte e a goderci un po' di beatitudine e silenzio
Quel piccolo spazio inutile lo possiamo facilmente trasformare in una discarica. Probabilmente ci avranno pensato i muratori delle case accanto, che sono un po' come i nostri progenitori e la nostra società. Prima ancora di scoprire di avere dentro di noi i piccoli spazi inutili, questi sono stati riempiti (per noncuranza di solito, non per volontà di nuocere) di  detriti abbandonati da tempo immemorabile, ormai divenuti parte del terreno ma sempre estranei: mattoni, calce, pezzi di lavandino, sbarre di ferro... E  poi chiunque passi poi ci butta una lattina, un pacchetto di sigarette accartocciato, una siringa, una collana rotta, un pennarello finito. La confusione, il lezzo, il disagio crescono e il nostro piccolo spazio inutile attirerà sempre più immondizia. E anche noi lo consideriamo semplicemente un piccolo spazio inutile, e lo copriremo con tutto quello che non ci piace di noi e degli altri
Con il tempo il piccolo spazio inutile sarà ingombro, e tutto intorno sembrerà più brutto e confuso e degradato.
Ma con calma possiamo ripulirlo, metterlo in ordine, tagliare l'erba, strappare le ortiche indossando stivali e guanti di gomma, e poi coltivarci due pomodori in un angolo e lasciar crescere un tappeto di viole selvatiche margherite e denti di leone e magari piantare un cespuglio o un alberello di pesche. Pulire costantemente i rifiuti che qualche sbadato ancora ci butta e che noi pure bittiamo, dividendoli per la differenziata. Mettere una panchina? No, lo spazio non c'è, ma una sedia portata da casa ci può stare, anche due va', quando hai voglia di parlare di niente e di tutto una domenica d'agosto (non dimenticare l'Autan, o la citronella, prima di sederti, però).
Ecco.
La nostra anima sarà una discarica o un piccolo, inutile ma prezioso giardino per gli altri. Dipende da noi. L'anima degli altri sarà una discarica o un piccolo, inutile ma indispensabile giardino, dipenda da noi. Gli altri non sono la discarica dei nostri sentimenti, nemmeno quando vogliamo liberare il nostro piccolo spazio inutile. Non funziona che dal nostro possiamo trasferirli ad un altro. E nemmeno possiamo lasciare che ce li appioppino. Va be', per gentilezza e amicizia qualcuno possiamo accoglierne, ma solo quelli che sappiamo di poter smaltire nella differenziata.
Alcuni piccoli spazi inutili, così ben curati, diventerebbero posti gradevoli, e sebbene il loro profumo non coprirebbe totalmente l'olezzo di quelli mantenuti come discariche, lo allevierebbe.
Quindi, per favore, piantiamola di considerarci a vicenda discariche per sensi di colpa, disagi, accuse, ripicche, scorie di produzione dell'ego, invidie, gelosie.
Piantatela di considerare voi stessi delle discariche, e vi accorgerete che non potrete nemmeno più gettare rifiuti nel piccolo spazio inutile degli altri, e che non potrete accettare detriti dagli altri.
E' automatico, molto più semplice di quanto mi sembrasse tempo fa, ora che il mio piccolo spazio inutile l'ho fatto proprio grazioso. C'è spazio, venite a trovarmi, ma portatevi una borsetta, che i rifiuti ve li portate via.
E portatemi anche un birretta va', ne ho proprio bisogno.




Nessun commento: