mercoledì 23 dicembre 2015

Fiumi.

A volte fai il morto e galleggi.
A volte ti rilassi faticando in lunghe e calme bracciate.
A volte ti siedi sulla riva e lo guardi scorrere. Ti guardi scorrere
A volte ti siedi sulla riva, chiudi gli occhi e ne ascolti solamente il rumore. Il tuo rumore.
A volte ti tuffi, poi ti agiti, bevi, tossisci e temi di affogare.
A volte puoi solo assecondare la corrente.
A volte ti accorgi che cambia il panorama.
A volte è in secca, e fai schizzare le pozzanghere, indispettito.
A volte è riparo dal caldo, altre riparo dal freddo.
A volte ti gela le ossa, altre è tiepido come il brodo per un risotto.
A volte esonda, e rende fertile la terra.
A volte rompe gli argini che lo costringono e ti affascina il suo potere distruttivo.
A tratti limpidissimo, a tratti inquinato.
Ha un inizio e una fine, ma da dove vengano e dove vadano le sue gocce, non lo saprai mai
In certi punti incontra altri fiumi, le cui acque si mescolano poco a poco.
In altri punti crea rami morti, che poi morti non sono, sono piccole paludi piene di rane, uccelli, canne,  libellule.
Un giorno ti inghiottirà e tu penserai di non essere più.
Ma sarai qualcosa che non sai.


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