giovedì 29 novembre 2012

Non tanto come, quanto piuttosto perché ovvero l'obbedienza è sempre stata una falsa virtù

Stavo scrivendo una lenzuolata sui pensieri di questi giorni, tutti stretti tra loro e correlati sebbene provengano da suggestioni diverse (il teatro, la scuola con le sue dinamiche, il corso abilitante con le lezioni di scienze dell'educazione, le mie letture attuali ovvero La svastica sul sole, T.A.Z. e Simone Weil, la situazione politica con le elezioni all'orizzonte e quella economica con Monti in tv).
Risparmio tutti i passaggi intermedi e passo direttamente alla conclusione.
La disciplina va insegnata e applicata, ma solo come metodo per diventare liberi. E per riuscire a trovare un modo per liberarci, per sempre, di quelle persone e quelle entità che la disciplina ce la vogliono appioppare per farci essere obbedienti.


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