domenica 12 aprile 2015

La filosofia del My little pony

L'altro giorno una tizia incontrata per la prima volta mi ha raccontato un aneddoto.
Sua figlia ha 4 anni. Amava molto il cartone My little pony (un assaggio qui). Ora lo guarda, ma non si appassiona più come una volta. La bimba guarda altri cartoni animati, ma senza voglia, senza trovare niente che la entusiasmi davvero. Questa bella mamma bionda si è accorta che sua figlia è triste, che vorrebbe trovare qualcosa che la appassioni di nuovo. E lei la osserva e pensa che per diventare grandi bisogna attraversare questa fase di malinconia, in cui il vecchio non ci dice più nulla e bisogna solo andare avanti, avere il coraggio di cercare qualcosa di nuovo. 
E io mi sento così. In un limbo in cui il vecchio me lo sarei tenuto, ma senza entusiasmo, e il nuovo non so dove sia. Non parlo ovviamente solo di uomini (sarebbe tutto così semplice se avessi anche solo nei pensieri qualcuno, o se uscissi a cercarlo in preda alla furia) ma di tutto. La vita che facevo, i passatempi che mi appassionavano, le scelte che pensavo mi fossero chiare, le abitudini consolidate. 
Qualcosa resta, saldo e solido. Qualche cosa si allarga. Qualche cosa si restringe e la guardo svanire con una malinconia che mi spezza il cuore. Ma ho solo due possibilità davanti: restare attaccata al vecchio per abitudine, o uscire/entrare in me a cercare il nuovo. 
Attendo. Uso questo periodo di risacca fino alla prossima onda, che mi porterà altrove. E mi illuderò di sceglierla io questa onda e in qualche forma lo farò davvero, ma mai completamente perché io non esisto davvero, e di nuovo l'onda mi lascerà da qualche parte con la malinconia e di nuovo attenderò e ne sceglierò un'altra. Speriamo siano onde lunghe, perché la malinconia è una compagna esigente, non vorrei incontrarla troppo spesso. 



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