mercoledì 8 aprile 2015

Trovare cercare imbattersi inciampare

Ho camminato per Corso Sempione, poi per il parco, poi ho preso la metro a Cadorna all'ora di punta.
Ragazzi che limonavano con vecchio nei paraggi che fingeva di telefonare ma intanto li guardava lussurioso oppure curioso, venditori ambulanti che sorridono chissà se realmente o per inerzia, riflessi su pantaloni di pelle, gente che agonizzava nella corsa, gente che correva atletica. Ragazza con leggings che mi piacevano, impiegati tristi, una dark anoressica fuori tempo massimo, milanesi imbruttiti e milanesi imbellettati per cocktail alla Triennale. Cani, palestrati italiani sudamericani russi che si allenano, turisti francesi, fidanzato che finge di voler andare a vedere una mostra, fatica nel telefono, esuberanza, fretta, cazzeggio con le lentiggini dell'adolescenza. Mani che reggono borse, spalle che reggono zaini. Occhi che guardano schermi o schermi che prosciugano gli occhi.
Ondate di vuoto e di troppo, la testa che da quando sono tornata dalla meditazione mi formicola e si stringe e si allarga.
Cose che si fanno parole che si fanno cose che di fanno parole. Mente che tutto ingloba e trasforma.
Vedo camminare sacchi di cause ed effetti. Punti interrogativi saldati tra di loro, catene inesorabili. Le sento tintinnare, o più spesso raspare i pavimenti. Siamo sacchi di carne pieni di cause ed effetti. Alcuni inconsapevoli, altri consapevoli, felici o infelici, pochi per merito molti per caso caos destino, nessuno per colpa.
Mi sforzo di restare lucida. Ma salgono onde fortissime. Che mondo è? Perché non scoppiano tutte le centrali nucleari insieme, così da azzerare tutto? No no no, nessuno merita di morire. Ma nemmeno di vivere. Nessuno ha chiesto di vivere. Ma tutti vogliono vivere felici. Chi con gli altri, chi contro gli altri, chi grazie agli altri, chi da solo.  Pubblicità nella metro. Muri di persone. Odore. Caldo del riscaldamento, freddo dal tunnel.
Un attimo prima del mio crollo: parte in testa la canzone dei Monty Python, sigla d'apertura de Il senso della vita. La vita è seria, ma non va presa sul serio. Tutto ha un senso e ci si arriva comunque. Chi cerca trova. E chi non cerca trova ciò che non cerca e lo prende per buono.



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