venerdì 6 aprile 2012

Il privato è pubblico

Una mia amica, che non dirò chi è per non farle passare dei problemi, mi fa delle gran telefonate usando il telefono del suo posto di lavoro. Che è un posto pubblico.
E mi viene da ridere. Perché per cose del genere la mia bergamaschità (approssimativamente un connubio tra rispetto delle regole e borghese benpensare) si incazza. Ma visto che l'estate scorsa ho chiesto a Gesù di farmi diventare terrona e lui ha acconsentito, ora me la rido. Perché tanto io guadagno talmente poco che le mie tasse nemmeno coprono i costi delle telefonate. E poi comunque dallo Stato io, che dalla laurea in poi sono sempre stata non disoccupata ma diversamente occupata e quindi passibile di tutela a aiuto da uno stato sociale che veramente fosse tale, non ho mai ricevuto niente.
Infine, in queste telefonate lei mi da dei consigli, anche se a volte sono talmente scemi che faccio il contrario. Quindi queste telefonate mi aiutano ad essere migliore e a stare meglio, quindi in qualche modo finalmente ricevo qualcosa dalla Repubblica Italiana di cui sono cittadina per insensato caso.
Quindi allegramente mando affanculo i miei sensi di colpa.
E ora scusate, rispondo al telefono. E' ancora lei.


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