giovedì 21 giugno 2012

Pensiero progressista

Capisco il senso di tradizioni, costumi, leggi, abitudini, repertori. Rassicurano, permettono l'esperienza condivisa tra gli esseri umani, rendono possibile la trasmissione dei saperi da una generazione all'altra.
Eppure mi sfugge come ci possiamo dimenticare che se l'obbedienza e la reverenza verso ciò che è stato (considerato come immutabile e sacro perché dato condiviso trasmesso vissuto) avessero vinto, ancora ci scalderemmo attorno al fuoco acceso per caso dal fulmine. 
Non c'è nessuna teleologia che giustifichi il progresso, nessuna strada già scritta da percorrere in una sola direzione verso un solo obiettivo. Il nuovo è meglio in sè: il nuovo è meglio perché è nuovo, anche se è sbagliato. Se è sbagliato arriverà il momento di un nuovo nuovo. Ciò che era conosciuto entrerà nel nuovo, che sarà profondo e vergine insieme. 
L'unico motore del progresso é la curiosità umana. Più precisamente la mia curiosità, la tua curiosità. Innanzitutto verso noi stessi.
Arrendiamoci alla curiosità.


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