sabato 25 giugno 2016

Strani incontri del venerdì sera: Beppe il mago e la fiducia incondizionata

Ieri sera stavo salutando il mio amico Francesco fuori da un locale, quando ci si avvicina un tizio che ci dice se può farci un gioco di lettura del pensiero.
Diciamo: ok. Quindi Beppe il mago, questo il nome del tizio,  ci chiede di pensare ad un numero o ad una forma geometrica e ne azzecca mezza al terzo tentativo. Però resta sereno e decide per una lettura della mano improvvisata. Nessuna divinazione plausibile, però Beppe il mago resta sempre bello sereno. A me come sempre viene il dubbio che magari ha ragione lui anche se io non lo so, però in effetti non c'azzeccava niente.
Stiamo per andarcene davvero quando ci dice: oggi ho capito una cosa. Ho capito che Dio da noi vuole solo una cosa, che ci fidiamo di lui. Perché se ti fidi niente di male può accaderti per davvero. Se invece hai paura, sei pieno di dubbi e metti in questione che Dio voglia per te solo il meglio, allora soffrirai. Però la sofferenza ti farà capire che devi fare una cosa sola: fidarti. Ma non di lui, non nel senso di avere fede in qualche religione, ma proprio del fatto che sei vivo e che andrà tutto bene.
Grazie, Beppe il mago. Una cosa l'hai azzeccata in pieno.
Serve fiducia. Come il bambino che inizia a camminare non mette in discussione che la terra scompaia mentre lui alza il piedino e nemmeno mette in dubbio che ce la farà ad imparare, così dovremmo e soprattutto potremmo vivere noi adulti, con un atto di fiducia totale.
Atto di fiducia che comporta che al nostro ego disfattista e iperprotettivo e che innalza separazioni crederemo sempre di meno, solo al momento del bisogno reale. Atto di fiducia che è comporta una resa, che è l'atto più coraggioso che possiamo fare.


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