giovedì 2 giugno 2016

Polvere di stelle variamente aggregata

Ieri sera sono andata alla lezione di yoga settimanale.
A parte il fatto che oggi non riesco nemmeno a tenere in mano il telefono per via di una postura dinamica che mi ha decisamente irrobustito i bicipiti, è successa una cosa.
Durante la meditazione il mio corpo si è pian piano sciolto. Ho avuto la netta percezione di essere inizialmente un arrosticino saldamente, tenacemente, ostinatamente attaccato al suo spiedino, come se in me tutto fosse contratto, pronto a reggere un colpo, chiuso, in difesa, attaccato a qualcosa. Qualcosa cosa? Non lo so, ma era come se fosse il centro del mio corpo.
Era un qualcosa che sotto quella morsa stava morendo. Credo che quel qualcosa fosse energia. Ma la domanda è: che energia è un'energia bloccata?! Anche nelle pile Duracell l'energia immagazzinata, se non usata, dopo un po' sparisce.
Io mi stavo avvoltolando stretta come un boa costrictor (ma l'imamgine giusta è proprio quella dell'arrosticino) attorno al "mio" centro, sperando di sorreggerlo. In realtà lo stavo poco a poco sfiancando, rendendo cianotico per la mancanza di ossigeno e vita.
Ora, questa sensazione di liberazione non è la prima volta che la vivo. Però erano mesi che vivevo senza un'apertura, senza mollare, senza respirare davvero.
Che cosa racconta questa sensazione?
Uno: che mi devo rilassare.
Due: che il rilassamento imposto mentalmente non serve ad una cippa. Se il corpo si può rilassare, allora la mente segue.
Tre: Il corpo si può rilassare se respiriamo. Se non respiriamo moriamo. Anche se siamo vivi, quando respiriamo male, in realtà siamo morti.
Quattro: questa sensazione di rilassamento è piacevolissima ma fa anche una paura fottuta. E se mollando il mio spiedino io, che sono un arrosticino, svanisco, mi affloscio, cambio forma e quindi nome?
Cinque: ora che ci penso bene: non sono un arrosticino. Sono un essere umano libero e potenzialmente felice ed illimitato ma sono tanto tanto affezionata al mio spiedino tanto da non volerlo mollare.
Sei: preferisco continuare ad illudermi di essere un arrosticino o arrendermi alla piacevole evidenza che mi ricorda che sono un essere umano?
Sette: la risposta ce l'ho. Ho passato dei mesi di merda in compagnia del mio spiedino, credendomi un arrosticino: mo' bbasta.
Otto: capire le cause per cui ho preferito essere un arrosticino invece di un essere umano è stato fondamentale, così come il verificarsi di una serie di eventi (che definirei casuali ma che non hanno niente di casuale) che mi hanno preparato a rivivere questa sensazione
Nove: essere un arrosticino ha di bello una cosa: che non si sceglie un cazzo. L'arrosticino vive semplicemente: lo costruiscono, lo vendono, lo si mangia, lo si digerisce e bene così. L'essere umano deve scegliere, in particolare deve scegliere una cosa: di essere libero. Altrimenti si illude di non essere un arrosticino pur essendolo di fatto
Dieci: ma come è possibile che questo ammasso di atomi di cui sono fatta, che non sono altro che polvere di stelle esattamente come un arrosticino, possa pensare tutte queste cose e sapere di essere, senza ombra di dubbio, diverso da un arrosticino?




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