martedì 8 febbraio 2011

Confessione, senza pentimento.

La follia è sempre socialmente e culturalmente costruita. Il folle occidentale grida a tutti che la società è ingiusta, che i potenti schiacciano i deboli, che non c'è spazio per il gioco, che il rosa per le bambine è orrendo, che le/i bambine/i sono la verità,  che i fiori sbocciano anche dalle 9 alle 17.
Cospargere di sale la piaga purulenta della finta felicità dei normali, questo è lo scopo del folle. 
Il pazzo con le sue parole oscene e fuori luogo, con le sue scelte di verità e candore, massaggia le zone contratte del normale, finché questo salta per il dolore implorando: smettila!
Se il folle continuasse, il normale prima o poi starebbe meglio, ma non può permetterselo. Lui deve essere produttivo, vincente,  integrato, adeguato adesso. Non tra un'ora, o domani, o tra 6 mesi, o tra 2 anni. 
Troppi massaggi potrebbero infatti lasciar intravvedere ai normali un modo migliore di vivere. E questo significherebbe l'esplosione della società. Chiese, famiglie, scuole, luoghi di lavoro verrebbero squassati da un lampo di verità che li lascerebbe privi di senso e di funzione. Morti, come in realtà sarebbero se non succhiassero ai normali la loro vita.
Tutto questo per dire che io vado dall'analista per diventare folle. Felicemente folle.


3 commenti:

Sarita ha detto...

Il rosa per le bambine è orrendo. Allora sono un po' folle anche io,dai.

misanderstanding ha detto...

la tua follia è fonte di ispirazione

Chiarina ha detto...

Saggia buffa leggera macignosa acciughina, mi gongolo nei tuoi mucchietti di parole come un gamberetto nella salsa cocktail.
Con altrettanta scivolosa consapevolezza.
Io lo sapevo, però.
Da quando mi dicesti: ma Basquiat non è mica morto?