mercoledì 19 giugno 2013

Holy holy holy holy holy holy holy

I saw the best minds of my generation destroyed by madness, starving hysterical naked,
dragging themselves through the negro streets at dawn looking for an angry fix,
angelheaded hipsters burning for the ancient heavenly connection to the starry dynamo in the machinery of night...

A. Ginsberg

Non solo Ginsberg, come a chiudere Howl con un canto di gloria, ripete Holy. Anche Madonna canta Holyday, Celebrate.
E allora lo faccio anche io.
Celebro la nascita e la morte. Celebro l'inizio e la fine. Celebro l'errore, la perfezione e le sfumature che ci passano in mezzo. Celebro il coraggio e la paura. Celebro il lasciare andare e il rimettersi in marcia. Celebro lo spirito e il corpo, l'anima e il sesso, il piacere e il dolore.
Celebro quello che vedo e quello che non vedo, celebro l'odore di tiglio, del mare e del pane. Celebro l'abbaglio e l'oscurità. Celebro il viaggio, l'andata, il ritorno, il mai più e il per sempre. Celebro il minuto che vivo e quello appena passato e quello che verrà.
Celebro l'afa e la neve, celebro chi ci prova e chi è sconfitto, chi pensa di vincere invece si celebri da solo.
Celebro il pentimento, l'ossessione, la vendetta, la scusa, il dolore. Celebro le mie molecole che si sciolgono nelle tue, e celebro le tue che si sciolgono nelle mie. Celebro tutto ciò che non capisco e tutto ciò che ho capito. Celebro lo scambio e la stasi. Celebro il cibo nell mio intestino e nel frigorifero. Celebro le zanzare e le formiche. Celebro me stessa, la mia pancia, il mio naso, la mia bocca, le mie orecchie, i miei occhi, le mia mani, la mia vagina. Celebro ogni essere che mi mostra il suo punto debole, celebro chi non ce l'ha, celebro Dante e celebro il Dhammapada.
Celebro l'universo, da una cucina di Corvetto. Celebro l'universo, ovunque mi accoglierà domani.





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