mercoledì 18 settembre 2013

Dell'essere single

Allora, mica è facile scrivere questo post.
Perché una parte di me è piuttosto addolorata per non essere amata e, ancor di più forse, per non poter amare nessuno in maniera non dico esclusiva (non lo dico più, perché non ha senso) ma preminente, peculiare, con uno scopo comune benché in libertà.
Però, cari amici che mi scrivete o mi chiamate, io ve lo devo dire. Essere single non è una malattia, almeno, se lo è, mica lo sapevo. Quindi evitate di auspicarmi un prossimo fidanzamento perché a) mi ricordate che non sono fidanzata e che anzi, in forma diverse sono stata mollata da due persone nel giro di 6 mesi b) mi fate riavvicinare pericolosamente ad una parte di me che ha il terrore dell'abbandono, motivo per cui mi sono sputtanata un sacco di anni di vita, e ora che questo piccolo mostro dentro di me, vorrei lasciarlo dormire c) mi fate venire voglia di dire che non me ne frega niente.
E non sarebbe vero, ovviamente.
Mi fidanzerò se (anzi, quando) mi innamorerò di qualcuno, che a sua volta si innamorerà di me. No matter what, in entrambi i casi. Ovvero senza se e senza ma. Senza trattenersi e senza rincoglionire. Ma su quest'ultima possibilità, quella del rincoglionimento, sono tranquilla: ho un'età, quasi critica oltre che cristica ormai, per cui non ci si innamora di un coglione qualsiasi come a 20 anni.
Ma certamente non accadrà che mi fidanzi con qualcuno giusto per non rimanere da sola.
Non ho ribaltato la mia vita, provando a non essere "borghese" nel senso specifico che io attribuisco a questa parola (conformista, incapace di osare, timoroso del giudizio altrui, spaventato dalla diversità e dalla creatività, noioso non perché stabile ma perché sprovvisto di curiosità) negli ultimi 2 anni per arrivare a questo. Proprio no.
So, leave me alone. Auspicatemi di innamorarmi piuttosto, e di essere ricambiata, ma anche questo auspicio, tenetelo per voi. I would appreciate it.


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