lunedì 9 settembre 2013

Una cosa che invece posso imparare

Posso imparare a vivere leggera. Poche cose, pochi ricordi, pochi pensieri, poche paranoie.
Ogni cosa che possediamo è un ricordo, ogni ricordo ci vincola a qualcosa che non siamo più, ma che ci viene prepotentemente sbattuto in faccia, ogni ricordo genera un pensiero, che se non siamo capaci di controllare diventa una paranoia.
Noi siamo anche il nostro passato, ed è quindi bellissima l'idea della madeleine di Proust, ma credo sia meglio che sia la vita a sbattercela davanti, invece di collezionare potenziali madeleine dentro ogni armadio, cassetto, borsa, valigia.
Mia mamma accumula accumula accumula ogni cosa, ogni armadio che si è liberato in casa man mano che noi figlie ce ne siamo andate è stato invaso da vestiti, fogli, oggetti, regali mai aperti e regali inutilizzati. Non riesce a liberarsi di niente.
Io sono un po' come lei, ma poi per la paranoia opposta mi viene voglia di fare come San Francesco e dare tutto quello che ho ai poveri.
Ecco, magari diventare saggi è trovare una via di mezzo. Ci proverò. Però la maglietta rossa, quella che ho comprato a Valencia, no, non la butto. E nemmeno il quaderno di italiano delle medie, e forse nemmeno il mixtape che mi ha regalato Alberto quando avevo 14 anni, e nemmeno il vestito che avevo quando sono uscita per la prima volta con quell'idiota, e nemmeno Vogue di due anni fa, perché mi può sempre essere utile per i collage...
Maledetto passato che non passa!
Ma insomma: Proust ha scritto la Recherce, che se è stata letta integralmente da 25 persone che non siano studiosi di letteratura francese è un miracolo. Ed era pure un certo esaurito che viveva in una camera insonorizzata. Quindi riassumendo:

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