domenica 25 agosto 2013

Ecco perché non sono più (solo) una figlia

Stamattina mi sono svegliata tardi, ho chattato con il mio amico Alessandro, poi ho fatto yoga e sono andata a bere un Americano con Silvia, e ho incontrato un po' di vecchi amici sotto i portici di RdL.
Nel pomeriggio sono andata nella casa (baracca di lusso, più che casa) in campagna. Mi sono arrampicata sul fico per cogliere i fichi e sul ciliegio selvatico solo per il gusto di arrampicarmi, facendomi un sacco di graffi.
Poi ho mangiato, preso il sole, fatto il bagno in piscina, sono stata limonata a più riprese da Gemma,  il pastore australiano di Marina. Ho giocato al gioco dell'oca e a briscola con Lorenzo e Daniele, fatto mezzo cruciverba e letto un pezzetto di Cuore di cane di Bulgakov. Ho fatto foto e osservato un magnifico temporale estivo.
Ho fatto la doccia, baciato i miei, che mi hanno regalato frutta e verdura, e mi sono messa in macchina per Milano, casa mia.
Nemmeno un secondo della giornata avrei voluto fare altro. Nè che accadesse altro: vincere alla lotteria, che qualcuno mi dichiarasse il proprio amore, che mi chiamasse questo o quell'altra, diventare famosa, assumere droghe, raggiungere l'illuminazione, salvare il mondo, che il PD fosse composto solo da gente come Civati.
E allora prima di partire sono andata da mia mamma. E finalmente le ho detto una cosa, che non speravo più di dire, e che forse non le dicevo per farle un dispetto, e per farmi consolare e proteggere. Le ho detto:  "Mamma, sono felice".

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