sabato 10 agosto 2013

It's all over now, baby blue


“Solo l’inerzia è pericolosa. Poeta è colui che spezza per noi l’abitudine. (…) E dica a tutti chiaramente il gusto di vivere questo tempo forte. Perché l’ora è grande e nuova, nella quale conoscersi di nuovo”
Sant-John Perse

Giri in tondo, per anni. Sempre sulla stessa traccia, come zio Paperone tracci solchi nel pavimento del deposito, dove invece di soldi accumuli tristezza rabbia inutilità e schiavitù, e non lasci uscire niente, e pulisci e rimiri e ringrazi i tuoi carcerieri, oggetti persone o emozioni che siano.
Ogni cosa diversa che fai, è diversa solo esteriormente. La struttura profonda è una, cristallizzata, coercitiva, dolorosa ma senza che ti riesca di vedere l'origine del dolore, è un dolore offuscato e annebbiato, come la tua percezione.
Poi. Un colpo improvviso e il dolore ti prende in pieno. Ti invade, entra nelle ossa e nelle narici. Benedetto dolore. Sei sveglio ora. (Se sei fortunato, ti accade di svegliarti con l'amore, invece che con il dolore, ma secondo me vanno sempre accoppiati).
Che cosa puoi fare? Aggrapparti ancora più saldo alle consuete circolari abitudini. Girare la ruota come un asino al mulino, fino a polverizzare ciò che resta della vita.
Oppure scartare di lato, uscire dalla fossa che ti sei scavato. Scalarla. Faticare. Chiedere aiuto. Uscirne. Girarle ancora in tondo, ma a giri sempre più larghi e lassi e consapevoli. Ogni respiro, una verità. Ogni respiro che manchi, un vuoto che lasci riempire dalla vita.
E ad un certo punto sei come un martello in mano ad un bravo lanciatore: la forza centripeta ti allontana dal centro, dal buco nero della ripetizione coatta e vai, verso dove devi andare. La forza, la direzione, la precisione del lancio dipendono da te. Sei insieme il martello e il lanciatore. E devi decidere: ora mollo. Ora parto. Mi sono allenato abbastanza, lanci di prova ne ho fatti a sufficienza. Lancio il mio io oltre il mio ego. Partendo dal centro, sempre, conservandolo come il punto da cui veniamo, ma superandolo.
Siamo liberi, di costruirci la nostra libertà, o di massacrarla. 




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