martedì 20 agosto 2013

Martin Luther King e il chiringuito a Santo Domingo. L'amore ai tempi di Facebook.

Immaginate di essere un attivista per i diritti civili dei neri negli USA.
Avete visto Martin Luther King morire ammazzato a Memphis. Avete portato avanti le vostre battaglie in nome dei suoi ideali, vi ha visitato in sogno dandovi consigli e rimproveri su ogni ambito della vostra vita, il suo ricordo vi ha aiutato a non mollare quando non ce la facevate più, il suo esempio vi ha invogliato a diventare una persona migliore, a ribaltarvi l'anima alla ricerca del vostro più piccolo difetto per poter essere specchiato modello per altri attivisti.
Poi un giorno scoprite che in realtà Martin Luther King non era stato ammazzato, ma aveva messo in scena il suo omicidio per poter andare in incognito ad aprire un chiringuito a Santo Domingo, perché si era stufato di rischiare la pelle ogni giorno senza ottenere risultati.
Ecco. Questo è all'incirca quello che mi è successo oggi quando ho scoperto da Facebook, dico, da Facebook, che il mio ex fidanzato che fino a poco più di un mese fa ancora pensava che forse potevo essere la donna da sposare e si facevano quindi esperimenti in tal senso, si è "fidanzato ufficialmente" e non ha ritenuto opportuno comunicarmelo privatamente.
L'ha scritto su Facebook, dopo 4 anni (due di relazione e due di relazione-senza relazione) fatta di mail interminabili, litigate, costanti punzecchiamenti, prediche ininterrotte (sue, ovviamente) su correttezza e superamento dell'ego, spiegazioni su come fossi meschina e poco evoluta, discorsi mistici, richieste di onestà, domande dettagliate sulla mia vita privata nei mesi di lontananza, tentativi di riconciliazione, promesse di affetto eterno se l'amore non era possibile, cuori rossi portati all'improvviso ecc ecc ecc (per un romantico riepilogo leggere qui).
E mo' che faccio? Cerco di respirare profondamente e sintetizzo le cose principali che posso trarre da tutto ciò, come elenco puntato per il blog. What else? Ah sì, domani è un altro giorno.

1. Gli esseri umani restano un mistero insondabile. Non possiamo arrivare al cuore del loro mistero, soprattutto se non vogliono essere raggiunti. E loro non possono arrivare al nostro, se non glielo permettiamo.
2. Se c'è un carnefice, e non c'è un potere costituito che difende il carnefice e nemmeno una sproporzione di forze tra questi e la vittima, allora la colpa è della vittima che vuole essere tale. La vera babbazza della situazione sono io, che ho fatto in modo di essere vittima di inconsapevoli giochi di potere tra noi due, dandogli la possibilità di essere e sentirsi sempre più forte, più giusto, più avanti di me. Anche se: su Facebook?! Ma veramente?! Dopo 5 giorni? Mi ha detto che sono cose che finché non si vivono non si capiscono, ma io riesco solo a dire: "Su Facebook?! Ma veramente?! Dopo 5 giorni?!"
3. Si può voler bene anche ad un essere imperfetto, quindi: non sopravvalutare nessuno solo perché vogliamo amare la perfezione. E non sottovalutarsi mai solo perché siamo imperfetti. L'imperfezione non è l'orrore. E' solo umana.
4. Aver elaborato, con molto tempo e molta fatica, perché non si poteva/doveva/voleva stare insieme prima di accorgersi che non sarebbe stato più possibile farlo, aiuta abbastanza mentre si legge "Fidanzato ufficialmente". Abbastanza, ma non totalmente. Fa male, un po'. Mi sento sola, scema, abbandonata, rifiutata. Ma solo un po'. So che non è così, le cose semplicemente accadono, e so che insieme sarebbe stato un disastro, anche se ci ho creduto molto. Essere il più possibile coscienti è dunque sempre meglio. E questo l'ho imparato da D. Quindi ancora più forte mi chiedo: "Su Facebook?! Ma veramente?! Dopo 5 giorni?!"
5. Tutto il bene derivato da un bluff come quello descritto, resta un bene. Non ho bisogno di buttare via tutto. Come ha ben detto Guccini in Vedi cara: "Non rimpiango tutto quello che mi hai dato, che sono io che l'ho creato, e potrei rifarlo ora". Sì, perché alla fine anche se alla faccia dei proclami di superiorità morale D. si è schiantato contro Facebook, ne è valsa la pena.
6. Quando un uomo torna puntualmente solo perché teme che un altro ti stia portando via, non bisogna credergli. Non bisogna credergli. Ripeto: non bisogna credergli! E' solo smania di possesso, sua, e volontà di tenerlo legato (mia).
7. C'è un quantitativo prestabilito di lacrime da piangere per qualcuno. Finché non si è raggiunto, non possiamo liberarcene. L'ho raggiunto.
8. Per le prediche bastano il prete e i genitori. Avere D. come amico sarebbe stato meraviglioso. Mi ha portato al di là di molti miei limiti, e gliene sono grata. Ma ha avuto un costo altissimo: per quattro anni mi sono sentita giudicata per ogni parola, gesto, azione. E soprattutto, non è mai stato  un processo biunivoco. Ma qui si torna al punto 2.
9. Non possiamo avere vergogna dei nostri sentimenti, né quelli belli né quelli brutti. E' necessario non farsene travolgere, non identificarci con essi. Danzare con loro e portarli in giro, non farsene portare.
10. Scuserete quindi il gentile "Vaffanculo, tesoro" con cui, mescolando, con scarso garbo e minor fantasia, fastidio e affetto, saluto D. A cui davvero davvero davvero auguro ogni felicità. E so che lui si augura la mia. E so che insieme non riuscivamo a costruirle, le nostre felicità. Quindi: tutto è bene quel che finisce bene. Anche se: su Facebook?! Ma veramente?! Dopo 5 giorni?

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