domenica 16 febbraio 2014

Let it flow

We never know how high we are (1176)
We never know how high we are  
  Till we are called to rise;  
And then, if we are true to plan,  
  Our statures touch the skies—  
   
The Heroism we recite
  Would be a daily thing,  
Did not ourselves the Cubits warp  
  For fear to be a King—

The Brain - is wider than the Sky
The Brain - is wider than the Sky-
For - put them side by side-
The one the other will contain
With ease - and You- beside-

The Brain is deeper than the sea-
For - hold them - Blue to Blue -
The one the other will absorb -
As Sponges - Buckets - do -

The Brain is just the weight of God -
For - Heft them - Pound for Pound -
And they will differ - if they do -
As Syllable from Sound-

Emily Dickinson

Sarà un post un po' a scatti, anche se vorrebbe fluire. Ma insomma, questo è, e lascio fluire ciò che è, almeno stasera, almeno qui. 
Sto leggendo un .pdf scaricabile gratuitamente sulla EFT (Emotional Freedom Technique).
Me l'ha consigliato la mia amica Silvia.
La mia amica medico. Quella che mi guardava con il sorrisino perché mi scelsi un analista che mi faceva lavorare sui blocchi corporei invece di andare da uno psichiatra e prendere le pastiglie giuste.
Quella che quando mi sentiva parlare di energia da sbloccare prendeva il telefono per chiedere un TSO.
Ecco.
Le cose cambiano. E forse cambiano anche grazie a noi.
Non voglio sembrare presuntuosa dicendo che ho ragione io a vedere il mondo come lo vedo, perché anzi spero di essere smentita e spinta a guardare ancora più in là in mille altri modi nel corso della mia vita. E nemmeno credo che Silvia ora si interessi a pratiche che potremmo definire "new age" solo perché gliel'ho detto io.
Credo semplicemente che le conoscenze e le esperienze dovrebbero fluire. Trasmettersi, scorrere, mescolarsi, non essere prese mai per definitive e assodate.
E mi spaventa questa ossessione meccanicistica e utilitaristica della conoscenza, in cui tutto deve essere certo e funzionale a qualcosa da fare per trovare un lavoro.
Le cose più importanti di noi stanno altrove, in uno spazio pieno di vuoto.
La scienza è un costrutto sociale, in costante cambiamento. E gli scienziati lo sanno.
Noi siamo vuoto con elettroni intorno, e non ho più così paura di questa descrizione.
I nostri pensieri sono frequenze.
L'uomo è un po' più sfigato o fortunato, a seconda dei punti di vista e dei momenti, rispetto agli altri animali, perché è autocosciente, e tendenzialmente sempre più autocosciente di ciò che è. Ed è una fatica.
Chiamare new age ciò che non è allineato alla medicina e alla religione e alla tradizione occidentale è un modo per mettere in un angolo qualcosa che potrebbe realmente sovvertire l'ordine della nostra società: potremmo comprare-spendere-lavorare meno ed essere più felici. Del resto se una pratica funziona, non fa del male né a me né a nessun altro, non mi fa diventare sottomessa a nessun guru né spendere miliardi, perché non provarci?
Conservare l'ironia in tutto ciò che sperimento è per me essenziale, altrimenti divento totalmente sciroccata e convinta di avere ragione.
A volte comprare un rossetto fa meglio di una seduta di meditazione.

Detto tutto ciò, e detto un po' a caso e me ne scuso, ammetto che ci sono dei momenti in cui vorrei passare almeno un giorno da atea e convinta materialista, seduta sul mondo dei fatti tangibili e della morte come blackout infinito, giusto per capire come si vede il mondo.

Infine, entrambe le poesie in esergo le ho appena lette su FB di amici, a riprova che tutto si tiene, oppure che vediamo e annotiamo solo ciò che rinforza le nostre opinioni.
In realtà entrambe le poesie scatenano i miei dubbi, quindi forse ciò in cui credo di più sono i miei dubbi.


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