lunedì 8 giugno 2015

Ciò che resta dopo l'ultima campanella dell'a.s. 2014/15

Oggi a scuola non è suonata nemmeno la campanella.
Quindi non c'è stata l'ultima campanella, ma concedetemi la metafora abusata. Sarà l'unica, spero, di questo scritto.
Intorno a quest'ultima campanella non sono nemmeno riuscita a commuovermi. Perché?
Perché stavo andando in sciopero degli scrutini sapendo di fare arrabbiare qualche collega che sabato o forse persino domenica verrà riconvocato.
Perché il fatto che i colleghi si arrabbino per lo sciopero mi fa salire lo sconforto, ma nonostante tutto mi viene da scusarmi.
Perché stavo cercando di capire se è possibile che l'anno prossimo possa lavorare nella stessa scuola, e pare di no. E i motivi sono così complessi e insieme banali da risultare deprimenti.
Perché mi sono resa conto che a partire da una mia mail alcuni colleghi hanno ricominciato a scannarsi invece di trovare un punto in comune che preservi a.il mio e altrui posto di lavoro b.la peculiarità di una scuola in cui fai cinema e tv con gli adolescenti, che è una cosa bellissima e rivoluzionaria o perlomeno sperimentale.
Perché mi sono accorta che non riesco a stare zitta, e a volte vorrei averlo imparato, a volte invece ne sono molto fiera.
Perché penso alla possibilità che passi quell'orrenda riforma che non vuole dirsi riforma chiamata La Buona Scuola e inorridisco all'idea delle scuole dei vostri figli e dei miei colleghi e dei miei futuri figli in mano a gente che in alcuni casi non sa nemmeno scrivere una circolare.
Perché penso e so che è solo una facciata per tagliare fondi e imbrigliare una classe di lavoratori che, nelle storture di un sistema che permette ahimè di imboscarsi, devono avere libertà intellettuale per poterla insegnare agli studenti.
Perché invece di chiederci di essere più umani la nuove pratiche scolastiche per cui tutto è passibile di ricorso e quindi si lavora a monte per evitarlo ,ci chiedono di essere più asettici e precisi e inappuntabili, nella forma, come se forma e sostanza andassero sempre a braccetto.
Perché penso che il lavoro mio e della mia amica e collega Valeria sugli stages è andato quasi a vuoto perché non c'è supporto logistico, ma si vorrebbero risultati splendidi splendenti pagati quanto una cena in un ristorante nemmeno di gran lusso (non al mese, ma ad anno scolastico).
Perché nemmeno stamattina sono riuscita a fare il registro elettronico perché la connessione internet e il sistema di rete profumatamente pagato con i soldi dei contribuenti non funziona mai.
Perché poi dovevo correre all'Accademia di Brera per un corso che mi abiliti ad un insegnamento che mai farò visto che tagliano le cattedre. Corso inutile insulso mal organizzato che non mi permette di uscire di casa da 1 mese per finire i lavori e sarà tutto vano se non  per i 3.000 euro che si sono intascati.
Perché la burocrazia sfibra e sfinisce.
Perché sono stanca, fa caldo, sono incazzata con molti non solo a scuola ma provo a dialogare con tutti, spesso fallendo, ed è faticoso.
Perché a scuola c'era un quarto scarso degli studenti, e quando i corridoi sono vuoti le scuole sono tristi.
E su questo ultimo punto mi fermo e rifletto. Dove sono finiti gli studenti in tutto ciò? Gli ho dato tutto ciò che potevo dare o mi sono fatta succhiare le energie e le ho messe in posti dove la battaglia è inutile, invece di mantenerle dove erano essenziali, ovvero nelle lezioni verifiche interrogazioni risate arrabbiature sorprese delusioni?
E' la vera domanda che voglio conservare per l'ultima campanella dell'anno scolastico. Spero di sì, spero di aver fatto anche degli sbagli e di averli riparati, spero che qualcosa abbiano imparato, spero di ricordarmi ciò che mi hanno insegnato, spero che siano felici o che imparino dalle tristezze, spero che abbiano sogni grandi, spero che imparino a guardare criticamente tutto ciò che vedono, spero che qualche seme di quelli che noi un po' presuntuosamente pensiamo di piantare o di quelli che piantiamo senza accorgercene un giorno germogli.
Tutto il resto passerà, e sarà spesso al di là delle mie disponibilità il modo in cui cambierà, ma aver salutato quasi tutti i miei studenti con una mail invece che con un abbraccio mi riempie di tristezza.
Anche se poi rispondono alle mail, e ti fanno piangere.
Ecco ciò che resta dopo l'ultima campanella dell'a.s. 2014/15.

PS: e comunque mica è finita, dopo l'ultima campanella c'è la prima maturità. Che io Esami di Stato con le maiuscole non li voglio chiamare. Potrete impormi la burocrazia, ma non mi farete diventare arida.


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