martedì 21 luglio 2015

Gioco di mani, gioco di villani.

Un dito per volta.
Allenta la presa. Ora sollevalo. Sollevane un altro. Lascia la mano della mamma che ti ha portato all'asilo.
Molla la mano di chi ti ha accompagnato per un pezzo di strada, e che ora ti sta trascinando, o stai trascinando tu.
Smetti la respirazione artificiale, accetta la fine di ciò che è finito.
Molla gli ormeggi, e tieni in mano solo le scotte.
Non trattenere il fiato, accetta la sculacciata, piangi apriti i polmoni e riprendi la vita, come un neonato.
Lascia andare il corrimano, sali le scale due a due anche se in cima avrai il fiatone.
Dimentica i nomi che ti sei data.
Cancella il futuro che avevi previsto, che avevi scritto manco fosse un ricordo.
Molla quella stretta angosciante dal cuore dalla gola e dallo stomaco. Respira a fondo, riempiti fino a distendere le pieghe. Prendi le tue dimensioni, il tuo posto.
Cammina. Non voltarti più indietro.
Non serve. Sono tutti con te. Sono tutti in te. E tu sei con loro.
Cammina. Non voltarti più indietro.
Oppure voltati con occhi nuovi. E le mani, lasciale a posto. Non afferrare niente, accarezza tutto.
Cammina. Non voltarti più indietro.
Lascia andare. Cammina.




Nessun commento: