giovedì 16 luglio 2015

L'ontogenesi ricapitola la filogenesi. L'adolescenza del genere umano.

L'embrione umano passa, durante il suo sviluppo, attraverso tutti le tappe percorse durante la sua storia evolutiva.
E così la vita di ogni essere umano, passa dall'infanzia all'adolescenza alla maturità alla vecchiaia.
E la vita del genere umano pure, ripercorre tutte le tappe, con qualcuno che ci passa attraverso più velocemente o più lentamente, a fare da avanguardia o da chiudifila.
Come specie, abbiamo imparato ad andare su due zampe, abbiamo iniziato a dire io e mio, a soddisfare autonomamente (più o meno) i nostri bisogni di base, abbiamo rifiutato la comunione totale con la madre (la Terra in questo caso) e anzi, abbiamo iniziato a maltrattarla, perché convinti di non averne più bisogno.
Siamo adolescenti, chi pìù e chi meno. E se vi ricordate come eravate da adolescenti, o come sono i  vostri figli, nipoti, studenti, siamo (chi più e chi meno) narcisi, autodistruttivi, in pena, ipersensibili e contemporaneamente quasi incapaci di empatia, innamorati dell'amore ma incapaci di amare, pieni di sensi di colpa e di slanci un po' folli, ardenti e timorosi, onnipotenti e paranoici.
E' un periodo bellissimo, densissimo, necessario, in cui ogni piccola azione ci insegna qualcosa e in cui cerchiamo ovunque mentori maestri e modelli. Ma uscirne e andare verso la maturità diventa sempre più difficile,  visto che intorno a noi spesso anche gli adulti sono ancora adolescenti. Il genere umano è nel pieno fermento dell'adolescenza: come possiamo quindi capire che l'adolescenza ad un certo punto deve finire? E non per finta, per diventare adolescenti emotivi psicologici e spirituali travestiti da adulti, ma per crescere davvero.
Ora la possibilità per il genere umano e la vita sulla Terra sono tendenzialmente due. Da un lato lasciarsi andare alla sfrenatezza incapace di previsione del futuro che ci condurrà probabilmente a delle fini individuali e collettive poco piacevoli. Oppure fare come collettività lo sforzo di riconciliazione tra noi e gli altri, tra noi e il mondo che tutti gli esseri umani pienamente arrivati all'età adulta hanno fatto. Ciò comporterà molte cose, e credo soprattutto due: innanzitutto che gli altri smetteranno di essere i nostri nemici o semplici funzioni del nostro io e diventeranno reali, e quindi saremo capaci di sentirne il dolore e la felicità (nostri e altrui) e di condividere davvero; e infine che sapremo prenderci delle responsabilità, essere padroni dei nostri pensieri, delle nostre parole, delle nostre azioni.
Potrei farmi prendere dallo sconforto, perché tutto ciò sembra molto lontano, in me, negli altri, nel mondo socioeconomico che mi circonda.
Eppure sono serena, perché all'evoluzione non si può mica sfuggire. Sarebbe bello e meno doloroso arrenderci, ma accadrà tutto ciò che deve accadere.



Nessun commento: