venerdì 10 luglio 2015

Rilassati, tu non esisti

Non c'è niente, nessun difetto nostro o altrui, nessun contrattempo, nessuna imperfezione, nessuna deviazione dalla norma, nessun fatto inatteso, nessuna tragedia, nessun errore inciampo caduta malinteso di fronte a cui dobbiamo negarci il diritto di ridere, danzare, gioire.
Pensiamo sempre che essere presi sul serio, soprattutto nelle nostre "tragedie" sia nostro diritto, in quanto individui unici irripetibili supremi padroni del nostro universo. E quanto ci arrabbiamo con gli altri perché non ci capiscono, consolano, rassicurano, tolgono i pesi.
Ma se ribaltiamo completamente il punto di vista, operando una cosa simile alla "trasmutazione di tutti i valori" proposta dal sommo ancorché folle di fatto ed eccentrico per cultura Federico Nietzsche, scopriremo che è nostro diritto ridere di qualunque cosa. Danzare di fronte a ogni evento, celebrarlo come onda di emozioni che da negative si trasformeranno e diventeranno vitale carburante della trasformazione nostra e del mondo.
Oggi ho letto, su un volantino della Cascina Autogestita Tortchiera: "If I can't dance, it's not my revolution", che di nuovo mi ha richiamato il nostro Federico, che affermava "Potrei credere solo a un dio che sapesse danzare".
Non si tratta di affermare il diritto all'eterna spensieratezza che se ne frega, e nemmeno di agire nel solco della rimozione che nega i problemi o della noncuranza che pensa che perché tutto è perfetto non dobbiamo agire verso il miglioramento, bensì del diritto di affermare We care in un modo diverso.
Perché nelle relazioni interpersonali alla fine vogliamo accanto chi non si lamenta e chi ci fa ridere, di noi stessi e di se stesso. Perché la paura sembra sempre vincere, ma poi arriva un Obama che se la gioca sulla speranza, o un Mandela che non odia, e vincono loro.
Perché noi siamo solo canali di energia vitale, e se la blocchiamo irrigidendoci, ovvero smettiamo di danzare nella vita, qualunque sia il ritmo che ci imprime, ci affossiamo da soli, portati verso il basso da una forza di gravità inesorabile.
Se invece danziamo, lasciamo fluire, diventiamo canali di un'energia che si irradierà in ogni atomo che ci compone. Ed essendo che gli atomi se ne vanno un po' dove pare a loro, e per un attimo sono nostri, e poi sono del tavolo, e poi di chi a del tavolo si siederà in una catena infinita brillante e preziosissima, la nostra energia non potrà che espandersi oltre il simulacro che ci ostiniamo a chiamare noi.
Quindi, sebbene tu non esiste, tu puoi scegliere se fermare l'energia o se diffonderela, e quale tipo di energia irradiare. Tu, proprio tu che non vali un cazzo e sei un'illusione.
Ti sembra paradossale? Sì, lo è. Esattamente come la realtà.


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