sabato 25 gennaio 2014

If I exorcise my devils, well, my angels may leave too

Ti apri con chirurgica precisione, o almeno ci provi, perche' spesso  ti affetti perche' non prendi bene la mira, e corri troppo, e sei impaziente.
E una volta aperta, ci metti un po', ma infine ti vedi, vedi i tuoi demoni e i tuoi angeli. E cerchi di liberarti dei demoni, e soprattutto dei demoni che pensi non possano piacere agli altri. Agli altri chi? La tua famiglia, il tuo ex, i tuoi ego, i tuoi amici, il ragazzo che ti piace, i colleghi ma anche gli sconosciuti.  Perche' no, non avranno anche gli sconosciuti il diritto di dire la loro su di te, quando gli passi accanto per strada, e tu il dovere di ascoltarli e di accontentarli?
E rischi di moncarti per sempre, di diventare insipida e innocua come il cibo che a volte mangi, ma di diventarlo per sempre. Un pallido riflesso di un ideale inutile e blando e pallido e noioso e certamente non memorabile.
Bene, hai visto il rischio. Che fai, prosegui? No. No? No, ho detto.
Allora ridai un ultimo sguardo, che ormai sai bene come funziona tutto, e puoi anche non stare piu' a contemplare le viscere aperte (che tra l'altro puzzano terribilmente) per non morire mangiata dai demoni.
E vivi. Demoni e angeli, come on dancing. Now. Let's get lost.
E ti rendi conto che la cosa piu' gradita agli dei non e' la purezza di chi non ha vissuto e non ha altra scelta  che essere puro perche' non conosce il mondo e tantomeno l'immondo,  e nemmeno la purezza di chi si estirpa la vita l'essenza la lotta dal corpo, ma e' la purezza di chi sceglie di essere puro. Di chi sceglie di santificare anche i demoni, vivendoli, vivendo, accettandoli, accettandosi, ridendone, ridendo. Caro agli dei e' colui che sa far risorgere  la purezza perduta per troppa stoltezza e per troppo "ficcar lo viso a fondo". E di nuovo si entusiasma, tutto intero.

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