lunedì 6 gennaio 2014

L'arte del sogno.

C'è chi educa guidando gli altri come cavalli passo per  passo:forse c'è qualcuno che si sente soddisfatto quando è così guidato. 
C'è chi educa cercando di comprenderesorridendo, prudentelodando solo quanto trova buonoe divertendo per tenere in forma:forse c'è chi ama essere incoraggiato. 
Profondamente stimavo un amicoquasi invidiando un altro, a cui dicevastupido, e non a me. 
C'è chi educa senza nascondere l'assurdo che è nel mondo - aperto a ogni sviluppo ma tentando di essere franco all'altro come a sé, sognando gli altri come ora non sono:ciascuno cresce solo se sognato.
Danilo Dolci

Da queste vacanze di Natale a casa (nella casa che mi è capitata e ho imparato ad amare e nella casa che mi sono scelta) mi porto via un sacco di cose. Non so quanto ho ridato in cambio, spero almeno un po'.
Ma questa poesia, di cui conoscevo solo il verso finale, sento che racchiude tutto quello che c'è da dire. Come ormai so, la relazione educativa è specchio delle relazioni sociali, politiche, amorose, amicali che ci sono in gioco in ogni singola relazione. E questo testo che racconta varie possibilità, sempre compresenti in noi e nella società, per indicare alla fine il limite a cui tutte le relazioni dovrebbero tendere, mi commuove e mi conquista anche intellettualmente. 
Io sono cresciuta, sto crescendo, perché mi sono sognata diversa e messa alla prova e perché mi sogno ancora, anche se a volto smetto e mi lamento. E quindi, anche se a Boston Uk può essere dura, ce la sto facendo e sono ripartita certa che questa fosse la cosa giusta, che è stata la scelta giusta. 
Tornando a Milano non ho potuto fare a meno di sognarmi in una possibilità di felicità concretamente radicata lì. Non l'ho scelto, è stato un sogno così preciso e naturale che ho deciso di credergli. 
Gli incontri mi hanno fatto capire che chi ci ama meglio è chi ci sogna al meglio. Ognuno di noi proietta immagini diverse a persone diverse. La capacità di amare di queste persone è la capacità di prendere ciò che proiettiamo e vederlo migliore e più ampio di quanto è. E la mia capacità di amarli, be, ovviamente è la stessa cosa. 
Le conversazioni sulla politica inglese, quella italiana e sul senso di questa società capitalista avanzata (talmente avanzata da essere declinante) mi hanno reso chiaro che serve un sogno per fare una migliore politica. Serve un sogno anche mio, al di fuori dal sistema. E a chi mi dice: "se non sei capitalista, sei comunista" ecco che cosa farò: riderò in faccia, e mostrerò una visione, concreta. Obama, con tutti i suoi difetti, aveva un sogno, ha convinto gli elettori e l'ha realizzato: milioni di persone negli USA hanno ora l'assistenza sanitaria gratuita. Io non voglio votare nessuno che non mi sappia rapire un po' con lui nel suo sogno. 
Ricominciare a studiare materiali sull'educazione, soprattutto avendo in mente il sistema scolastico inglese che altro non è che un sistema di conservazione del sistema classista su cui si regge la società (non solo inglese, ovviamente, tutti i sistemi educativi statali risentono dell'impronta della società, soprattutto dopo le riforme dei neoliberisti, ma qui è particolarmente evidente) mi ha convinto di nuovo che insegnare è un lavoro che voglio fare. 
Per sognare servono delle condizioni: serve un tempo libero in cui esplorare possibilità, riconoscere come queste possibilità possono evolvere, servono stimoli, serve bellezza. Serve uno spazio interiore, ma anche esteriore, in cui farlo. Io non riesco a sognare un mondo diverso, delle relazioni diverse, in un posto dominato da sogni (incubi) altrui. Non posso sognare in una scuola oppressiva, non posso sognare in un centro commerciale, non posso sognare in un posto distraente. Posso sognare se io sono piena, se il sogno deborda da me, naturalmente. E serve del tempo per sognare. Serve rallentare, allentare, lasciare andare. 
Educare (vivere una relazione) sognando non significa illuderci.  Bisogna anzi essere franchi, come dice Danilo Dolci con questa parola bellissima, antica e solida. Si sogna senza nascondere l'assurdo, senza coprire di ciò che noi vorremmo, ma non è. Senza trasformare il sogno in illusione. Il sogno è concreto tanto quanto la realtà, perché è la via della trasformazione della realtà. 
Il mondo finirebbe, senza sogni. Forse per questo non riuscivo a dormire, avevo paura non degli incubi, ma dei sogni. Ma io non voglio essere morta, io voglio essere viva, e sognare. Anche se è pauroso e difficile e incerto. 

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