venerdì 27 dicembre 2013

Duemilacredici -5

Ancora qualche giorno di duemilacredici.
Metto in fila delle parole, che ho incrociato e a cui ho provato a dare un senso.
Resilienza
Smoothness
Perdere
Vincere
Provare
Cambiare
Osare
Sorridere
Accettare
Confini
Apertura
Essenza
Obiettivi.

E ricordo un momento, che nonostante l'insignificanza nell'economia della mia vita, mi porto in tasca come memento della vita come dovrebbe e potrebbe essere.
Ero a Milano in bicicletta in un giorno di sole. I pantaloncini di jeans appena tagliati da me, per risparmiare. Una collana colorata. Le cuffie appena ricomprate, rosa. Stevie Wonder che canta Higher ground. Mi fermo ad uno stop in circonvallazione. Non me ne accorgo, ma sto ballando. Un ciclista, maschio, quarantenne, rossiccio mi pare, mi si avvicina. Sorride. E mi dice: "Wow, dev'essere figo quello che ascolti". Gli passo un auricolare e mi dice: "Eh sì, hai ragione" e balla per due secondi anche lui. Rido.
Ripartiamo entrambi, nel sole di Milano, nell'appiccicume di Milano d'estate, nel traffico di Milano che era pronto a esplodere dietro di noi.
Ci sorridiamo, e niente, parrebbe la fine della storia.
Ma non lo è. Perché io mi ricordo di lui, di un gesto disinteressato, pieno di curiosità e bellezza, pieno di una voglia di vita che c'è dovunque. E da nessuna parte, se non te la porti dentro.
E che non esiste, se te la porti dentro ma non la condividi.
E quindi liste, decaloghi, abitudini, esperimenti, lamentele, scopi, obiettivi e tutte le cose con cui puntello la mia vita, non valete un cazzo. Se non lascio spazio alla gioia di vivere per il puro gusto di vivere.

Ecco, il duemilacredici mi ha insegnato questo. Ma le liste, ecco le liste continuano a piacermi. Eccone una.





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