lunedì 9 dicembre 2013

I pretend to be happy cause I pretend to be happy. Per favore non prendetemi sul serio.

Forse l'unico modo per essere felici è far finta di esserlo. Nel senso: se guardi la realtà ultima delle cose, la totale mancanza di senso della vita, non c'è un cazzo per cui essere felice.
Ma questa tabula rasa di senso diventa piena di possibilità nel momento in cui il vuoto è percepito come potenzialità di costruire e non come assenza di qualcosa.
Allora fai finta che ci sia un senso, e che si possa essere felice. E forse in un universo parallelo, più alto, la felicità esiste davvero.
E se fai finta davvero, come nel recitare per davvero (come imparai nelle lezioni di recitazione che in questo momento mi sembrano migliaia di migliaia di anni luce lontane nel tempo e nello spazio) tocchi la verità delle cose.
Fingi di essere felice e finisci per esserlo, perché indaghi, esplori e tocchi la felicità. Non ti fa più paura e te ne lasci invadere (attenzione, fare questo con altre emozioni può essere pericoloso, vedi quello che raccontano su  Heath Ledger e Joker)
Ma per "fare finta che" (del resto il gioco preferito dei bambini, e di quanto ami i giochi e i bambini ho scritto e detto molto) o recitare per bene servono energie. Altrimenti mi sgamano da lontano un miglio che sto solo facendo finta. E mi intristisco da sola a fingermi felice. 
Allora ho deciso che per un weekend non avrei fatto finta di essere felice. E mi sarei ricaricata, riempita (che mi sentivo asciutta come il Serio ad agosto) e avrei pianto se avrei voluto piangere e non avrei rotto i coglioni a nessuno con la mia misery, che potrebbe trasformarmi anche nella protagonista di Misery non deve morire, ovvero tenere qualcuno ad ascoltarmi sotto minaccia di morte. 
E come ne sono uscita?
Così. Ho una lista di cose a cui pensare e per cui stressarmi che levati. 
Ma: c'è speranza. C'è speranza che possa essere ancora felice, che possa avere le energie to pretend to be happy (in entrambi i sensi).
Perché ho l'ironia. So perfettamente che sono una noia mortale e mi prendo per il culo, e amo quando mi prendono per il culo per essere una noia mortale. E provo a giocare, di nuovo. Con le parole, con le cose, con le emozioni, con il passato e con il futuro. A giocare con il massimo rispetto possibile. Sapendo che non c'è senso, ma creandolo ex nihilo. 






1 commento:

Unknown ha detto...

Che bello che impari l'inglese!
Avrei pianto se "avessi" voluto.